
Anna-Sophie Berger utilizza corpo e abiti per indagare la relazione tra soldi e lusso
La viennese Anna-Sophie Berger ha un percorso formativo atipico: non proviene dalle accademie ma da studi su moda e design.
Un’apparente debolezza trasformata in punto di forza. La sua ricerca artistica è infatti incentrata sul mondo della moda e sul rapporto tra arte e lusso, un’industria che ha in Europa, a Parigi come a Milano o a Londra, il suo cuore pulsante. Un’analisi originale che la giovane artista austriaca effettua ripercorrendo l’intera catena produttiva della moda.
In particolare Berger si sofferma sulla relazione tra i soldi e il lusso andando a scandagliare i criteri d’incidenza nella creazione del valore. In una società prona al culto dell’apparenza, dell’effimero, del superficiale la sua non è un’indagine banale. Anna-Sophie riesce a darne una lettura originale attraverso la fisicità, utilizzando il suo corpo e materiali di uso comune.
È in qualche modo una stilista che però non produce abiti ma relazioni tra oggetti e concetti che concatena nel tentativo, spesso riuscito, di evidenziarne il valore estrinseco. Calze, abiti, maglioni sono acconciati in sculture colorate, vive, nel complesso piacevoli ma effimere, caduche proprio come gli abiti alla moda. E impiega con arguzia anche il suo corpo, magari con tatuaggi temporanei, per sottolineare che la moda in fondo non è altro che un modo per affrontare la gestione estetica dei nostri corpi.
Berger è un’artista che farà strada perché riesce a entrare nelle nostre vite toccando i tasti della vanità e della coscienza. Tasti che hanno un suono intenso.
@GuidoTalarico
Questo articolo è pubblicato anche sul numero di marzo/aprile di eastwest.
Puoi acquistare la rivista in edicola o abbonarti.
Anna-Sophie Berger utilizza corpo e abiti per indagare la relazione tra soldi e lusso