Scomparso e poi riapparso, il mistero dei dieci giorni di assenza di Putin dalle scene è evaporato in un istante. Ma molti dubbi restano e, se fino a ieri tutti si chiedevano dov’è Putin, ora la domanda lecita è “dov’è stato Putin?”
Quasi ci stavamo prendendo gusto un po’ tutti a cercare di scremare le ipotesi dietro l’assenza di Putin dalla vita pubblica, che durava ormai da più di dieci giorni. Tra ipotesi di morte e illazioni sullo stato di salute del presidente, c’è stato chi – anche tra cremlinologi di grande esperienza – ha disegnato il quadro allarmante di una lotta di potere all’interno delle mura del Cremlino. Ora che Putin è riapparso come un’epifania che ha mesmerizzato i media di tutto il mondo (di per sé una grande mossa: la notizia era che Putin c’è), non è detto che tutto quanto è stato detto e scritto in questi giorni sia da buttare via. Vediamo perché.
Metodo sovietico
Per prima cosa va detto che mai finora Putin si era tenuto lontano per così tanto tempo dalla scena pubblica. Le cronache riportano solo due precedenti, nel 2000 in occasione della tragedia del Kursk, il sottomarino che si inabissò nel Mare di Barents con 118 marinai a bordo, e dell’azione terroristica al teatro Dubrovka nel 2002, quando un commando ceceno sequestrò 850 persone, 130 delle quali morirono durante il blitz delle forze speciali. Decisamente degli eventi di gravità eccezionale. E si trattò comunque di assenze di pochi giorni.
D’altro canto, il Cremlino ha fatto di tutto per rendere questo vuoto ancora più sospetto, utilizzando metodi degni dell’epoca sovietica per negare l’evidenza. Prima diffondendo le foto dell’incontro con il governatore della Carelia l’8 marzo, quando era in realtà avvenuto il 4, cioè prima della “sparizione”; poi riprovandoci l’11 con il filmato dell’incontro con il presidente della Corte suprema, privo di qualunque riferimento temporale.
Insomma, se fino a ieri tutti si chiedevano dov’è Putin, ora la domanda lecita è “dov’è stato Putin?”
Meritato riposo
Chi non si rassegna al fatto che sia tutto a posto ha notato alcune anomalie, o presunte tali, che non svanirebbero con l’apparizione di Putin. Mikhail Khodorkovsy ha scritto in un suo tweet che “la sua ricomparsa a San Pietroburgo invece che a Mosca fa sorgere tante domande quanti sono i dubbi a cui dà risposta”. Mentre in molti hanno fatto notare che l’ordine dato nello stesso giorno da Putin di grandi manovre militari nell’Artico è in realtà stato comunicato dal ministro della Difesa, Sergey Shoigu, che si trovava a Mosca. Proprio quello Shoigu che, secondo i fautori della teoria del colpo di palazzo, avrebbe spodestato il presidente prendendo il comando del Paese.
Insomma, il fatto che Putin sia vivo e vegeto secondo alcuni non vuol dire che abbia ancora salde in mano le redini della Russia. Secondo Andrey Illarionov, ex consigliere del presidente, la lotta per il potere si sarebbe già consumata. Putin continuerebbe ad apparire come presidente ancora per un po’, mentre qualcun altro comanderebbe nell’ombra. Fino al giorno in cui un annuncio alla nazione dirà che “il leader ha bisogno di un meritato riposo”.
@daniloeliatweet
Scomparso e poi riapparso, il mistero dei dieci giorni di assenza di Putin dalle scene è evaporato in un istante. Ma molti dubbi restano e, se fino a ieri tutti si chiedevano dov’è Putin, ora la domanda lecita è “dov’è stato Putin?”