L’uomo che – pare – ambiva a diventare il numero uno del regime coreano, dopo una vita da «secondo», è stato giustiziato ieri. Le immagini che arrivano dalla Nord Corea sono storiche, perché per la prima volta viene mostrata l’aula del processo sommario che ha condannaato Jang Song-thaek, zio di Kim e marito della sorella del Caro Leader Kim jong-il, nonché figlia dell’Eterno Presidente Kim il-Sung, a morte, a seguito di accuse che vanno dalla corruzione, alla vita dissoluta, al tentativo di creare una fronda contro il Brillante Leader.
Una settimana fa circa, attraverso i canali dell’intelligence sud coreana, era arrivata la notizia della sua epurazione, poi la conferma da Pyongyang. Si tratta del primo gesto politico di una certa rilevanza da parte di Kim Jong-un. Le prime rivoluzioni, si dice, avvengono contro i padri e il leader coreano sembra aver deciso di tagliare i ponti proprio con il suo predecessore: Jang era infatti stato scelto dal padre come suo tutore; Jang per altro aveva già subito un’epurazione nel 2004 e rimesso al suo posto due anni dopo. Al solito, la dinastia comunista coreana è quanto di più oscuro esista attualmente al mondo e non appare dunque immediata una lettura dei fatti.
Jang veniva dato come un riformatore, l’uomo che più di tutti intratteneva le relazioni con il paese che di fatto sostiene la Corea del Nord, ovvero la Cina; nel 2012 poco prima della successione del potere a Pechino, aveva incontrato l’ex Presidente Hu Jintao. Anni fa, però, proprio Jang, veniva invece dato a capo di una cordata di conservatori responsabile della punizione di una presunta fronda di alcuni membri considerati riformisti all’interno del Partito dei Lavoratori coreano.

Chi potrebbe uscire vincitore da questa eliminazione politica, sembra Choe Ryong Hae, già nelle grazie di Kim Jon- il e attualmente a capo, di fatto, dell’esercito coreano e più volte fotografato insieme all’ex leader prima della sua morte.
Fu infatti Choe a portare a Pechino alcuni mesi fa una lettera indirizzata da Jang al nuovo Presidente Xi Jinping. «Posso solo immaginare che il ruolo giocato da Jang possa aver causato qualche tensione nel processo di consoldiamento del potere di Kim Jong-un» ha spiegato Kim Yong-hyun, docente alla Dongguk University di Seoul al South China Morning Post, «Jang ha visitato la Corea del Sud ed è stato testimone di molti aspetti della società capitalista, inclusi i cambiamenti che si sono verificati nei rapporti con la Cina. Poteva essere considerato la figura più in grado di spingere per alcune riforme e l’apertura nel Nord».
Resta da capire cosa penserà la Cina; per ora Pechino sembra accettare la decisione di Kim. Secondo il South China Morning Post, infatti, «gli analisti dicono che la stretta della presa sul potere da parte del giovane leader può essere accolta favorevolmente da Pechino».
E ancora: «penso che questo evento influenzerà i rapporti della Cina con la Corea del Nord, perché tutti sanno che Jang Song-thaek ha un rapporto stretto con il nostro governo ed è stato responsabile della cooperazione economica con il nostro paese, ha dichiarato Cai Jian, direttore esecutivo del Centro di Studi Coreani presso la Fudan University di Shanghai», mentre secondo Cheong Seong-chang, analista presso il Sejong Institute, think tank della Corea del Sud, l’ambasciatore del Nord in Cina, Ji Jae-Ryong, da lungo tempo alleato di Jang, sarebbe «un potenziale ulteriore bersaglio».
L’uomo che – pare – ambiva a diventare il numero uno del regime coreano, dopo una vita da «secondo», è stato giustiziato ieri. Le immagini che arrivano dalla Nord Corea sono storiche, perché per la prima volta viene mostrata l’aula del processo sommario che ha condannaato Jang Song-thaek, zio di Kim e marito della sorella del Caro Leader Kim jong-il, nonché figlia dell’Eterno Presidente Kim il-Sung, a morte, a seguito di accuse che vanno dalla corruzione, alla vita dissoluta, al tentativo di creare una fronda contro il Brillante Leader.