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L’instabilità dei PIGS


L’Europa periferica tenta di risollevarsi: l’Irlanda di Enda Kenny torna ad essere la “tigre celtica” ed è davanti a tutti. Nasce l’era del post-austerity.

C’erano una volta i PIGS (Portogallo, Irlanda, Grecia e Spagna) diventati poi PIIGS quando anche l’Italia alla fine del 2011 si stava avvicinando pericolosamente al rischio default. In quella stagione in cui la crisi dei debiti sovrani e il mancato rispetto del fiscal compact stava mettendo a serio rischio la finanza globale sembrava permesso tutto, anche diffamare un paese e metterlo alla berlina. Le riforme imposte da Bruxelles nell’ultima fase del gabinetto Barroso sotto le pressioni dei rigoristi come Germania, Finlandia e Olanda sono poi arrivate, ma con costi sociali altissimi e con una conseguente instabilità politica che ancora scuote il panorama politico europeo. Frammentazione politica e rischio ingovernabilità portano a sperimentare (spesso per la prima volta come in Spagna ) forme di “larghe intese” che in alcuni casi superano divisioni storiche come quelle che in Irlanda hanno sempre contrapposto Fianna Fáil e Fine Gael sul negoziato per l’indipendenza.

Laboratorio di questa nuova fase è senza dubbio la Spagna che, dopo mesi di stallo e ingovernabilità, è tornata alle urne il 26 giugno per le elezioni politiche. Le ultime elezioni del dicembre 2015 avevano prodotto un Parlamento frammentato e incapace di esprimere un esecutivo. Questi sono i giorni degli accordi sulla base dei risultati che, mentre andiamo in stampa, sono solo affidati ai sondaggi. C’è anche chi crede che la crisi politica potrebbe favorire i due partiti di centrodestra: il Partito popolare (PP) di cui è leader Mariano Rajoy attuale Primo ministro, e Ciudadanos, un partito catalano fondato nel 2006 moderato e centrista. Alle ultime elezioni il PP e Ciudadanos avevano ottenuto 163 seggi totali su una maggioranza richiesta di 176 seggi. Entrambi i partiti sono contrari all’indipendenza della Catalogna e hanno una visione comune anche sui temi economici. Ma un’alleanza dovrà superare la diffidenza profonda che Ciudadanos nutre verso Rajoy per la serie di scandali che hanno coinvolto il PP.

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