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L’islam tranquillo degli ibaditi


Il Sultanato dell’Oman prospera con la politica delle porte aperte.

Non c’è bisogno di entrare nella moschea Sultan Qaboos per apprezzarne le decorazioni interne. Le grandi porte sono spalancate e qualunque passante nel vibrante quartiere di Ruwi, può partecipare alla preghiera visivamente, non solo attraverso i richiami del muezzin.
Siamo nel centro di Muscat, accanto al più grande suq indo-pakistano del paese, non lontani da chiese e templi induisti. In Oman non è un’eccezione, anzi, la politica della ‘porta aperta’ si applica un po’ ovunque, tanto nelle popolose città costiere quanto nell’entroterra desertico. “Qui preghiamo tutti insieme,” racconta Naser mentre interrompe la corsa del taxi per andare in moschea per la preghiera del pomeriggio.
Mentre tutt’intorno nella penisola araba e nel Medio Oriente, i dissidi tra le diverse anime dell’Islam si acuiscono, l’Oman conferma la sua tradizionale vocazione liberale. “Per noi, sciiti e sunniti sono fratelli nello stesso modo” aggiunge Naser mentre conduce il suo mezzo lungo le spiagge di Muscat, tra ombrelloni e qualche turista occidentale in costume da bagno.

n realtà, da un punto di vista teologico l’islam soft dell’Oman, noto come ibadismo, è più vicino ai sunniti che agli sciiti, dal momento che riconosce la guida spirituale ai più meritevoli e non necessariamente ai discendenti di Maometto N (principio cardine, quest’ultimo, della fede sciita). Ma ciò non ha mai impedito agli ibaditi dell’Oman di intrecciare strette relazioni con il vicino Iran sciita, pur restando sempre pronti al dialogo con le varie tendenze sunnite sviluppatesi nella penisola arabica, tra cui anche quelle più conservatrici, come il wahabismo saudita. Unico paese al mondo con una maggioranza della popolazione di fede ibadita (altre piccole comunità si trovano nel Maghreb e in Africa orientale), l’Oman ha fatto della sua “terza via” una ragion d’essere, improntata da sempre al pragmatismo e alla tolleranza. L’ibadismo, sviluppatosi pochi anni dopo la morte di Maometto e quindi una delle dottrine più antiche dell’islam, guarda con moderazione ai musulmani di diverso credo. Li considera come “ingrati”, ma non infedeli. Non professa mai la violenza per motivi religiosi, e anzi, permette matrimoni misti con islamici di altre confessioni. Anche nei confronti dei non musulmani, l’ibadismo mostra da sempre grande apertura. “Gli ibaditi sono i meno fanatici e settari di tutti gli islamici, si associano apertamente con persone di altre fedi e pregano insieme ai sunniti” spiega Valerie Hoffman, docente di Studi islamici all’Università dell’Illinois, raccontando le reazioni dei primi britannici che nel diciannovesimo secolo si affacciarono su quello che era allora l’impero dell’Oman, esteso da Zanzibar in Africa orientale fino alle coste del Gujarat indiano.

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