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L’islam tranquillo degli ibaditi


Il Sultanato dell’Oman prospera con la politica delle porte aperte.

Il Sultanato dell’Oman prospera con la politica delle porte aperte.  

Non c’è bisogno di entrare nella moschea Sultan Qaboos per apprezzarne le decorazioni interne. Le grandi porte sono spalancate e qualunque passante nel vibrante quartiere di Ruwi, può partecipare alla preghiera visivamente, non solo attraverso i richiami del muezzin.
Siamo nel centro di Muscat, accanto al più grande suq indo-pakistano del paese, non lontani da chiese e templi induisti. In Oman non è un’eccezione, anzi, la politica della ‘porta aperta’ si applica un po’ ovunque, tanto nelle popolose città costiere quanto nell’entroterra desertico. “Qui preghiamo tutti insieme,” racconta Naser mentre interrompe la corsa del taxi per andare in moschea per la preghiera del pomeriggio.
Mentre tutt’intorno nella penisola araba e nel Medio Oriente, i dissidi tra le diverse anime dell’Islam si acuiscono, l’Oman conferma la sua tradizionale vocazione liberale. “Per noi, sciiti e sunniti sono fratelli nello stesso modo” aggiunge Naser mentre conduce il suo mezzo lungo le spiagge di Muscat, tra ombrelloni e qualche turista occidentale in costume da bagno.

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