Tra il 2 e il 3 di agosto i miliziani dell’isis hanno iniziato la loro avanzata verso le zone irachene controllate dai Peshmerga. Tre città nel nord ovest dell’Iraq sono state conquistate, Sinjar (Shengal in curdo), Wana e Zuma, insieme a due centri di estrazione petrolifera.

Il sette di agosto una nuova avanzata, questa volta verso est. L’isis conquista le città cristiane di Qaraqosh, Till Kaif, Al Kwair, Bartella e Bashiqa, sulla linea di confine tra la regione del Kurdistan e l’Iraq. Nello stesso momento viene conquistata anche la diga più grande dell’Iraq, quella di Mosul.
Ma i problemi maggiori nei prossimi giorni potrebbero derivare da Kirkuk, annessa di fatto al Kurdistan, durante la ritirata dell’esercito iracheno, e ufficializzata dal presidente Barzani lo scorso 27 luglio.
Il ventre molle del Kurdistan, poiché di popolazione mista, e quindi soggetta a maggiori infiltrazioni di cellule jihadiste, nonché la zona con il più grande giacimento petrolifero del paese. Una settimana un attentatore suicida si è fatto esplodere in una moschea sciita piena di profughi.
Un’avanzata, quella dell’Isis, che ha preso tutti di sorpresa. Anche il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, che lo scorso 7 agosto ha annunciato l’inizio di una operazione di bombardamenti mirati per rallentare l’avanzata degli uomini di Abu Bakr al-Baghadi verso Erbil e per dare modo ai peshermga di preparare una controffensiva.
Gli Stati Uniti hanno confermato che i caccia F-18 hanno bombardato le posizioni Isis attorno a Makhmour e Sinjar e anche a Khazir, a 40km ovest di Erbil.
L’isis è avanzata anche a Gwer, a circa 50 chilometri a sudovest della capitale curda. Gwer, secondo alcune fonti interne ai peshmerga, sarebbe stata poi riconquistata il 10 mentre i soldati di Erbil, coadiuvati dalle forze militari dell’Ypg (braccio armato del Pyd, partito curdo siriano affiliato al Pkk) hanno aperto una via di fuga per le decine di migliaia di yazidi che erano rimasti bloccati sulle montagne del Sinjar senza possibilità di fuga e senza viveri.
Il governo iracheno aveva tentato nei giorni scorsi di effettuare, ma con scarso successo, alcuni lanci di viveri. Poi sabato scorso i Peshmerga e i miliziani dell’Ypg, grazie anche ai bombardamenti aerei americani, sono riusciti ad aprire una via di fuga ricacciando indietro gli uomini dell’Isis.
Almeno 15 mila persone sarebbero così riuscite a uscire dal vicolo cieco nel quale si erano infilate salendo sulle montagne. Molti hanno attraversato il confine siriano, ma ne rimangono almeno ancora diecimila bloccati sul Sinjar. Sempre secondo fonti militari peshmerga, ora si attenderebbe nelle prossime ore il via per una controffensiva che dovrebbe portare alla riconquista delle posizioni perdute.
Ma le forze armate del Kurdistan, se vogliono avere successo, devono operare in stretto contatto con quelle del Pyd e devono essere supportate dall’aviazione americana. La partita è aperta.
Tra il 2 e il 3 di agosto i miliziani dell’isis hanno iniziato la loro avanzata verso le zone irachene controllate dai Peshmerga. Tre città nel nord ovest dell’Iraq sono state conquistate, Sinjar (Shengal in curdo), Wana e Zuma, insieme a due centri di estrazione petrolifera.