La Bella e la Bestia

Democratico o repubblicano che sia, come saranno le relazioni tra il nuovo Presidente degli Stati Uniti e il Vecchio continente?

L’Europa è a un bivio e, una volta tanto, non si tratta di un’esagerazione. Al momento di scrivere, l’Unione europea è ancora in attesa di conoscere i risultati del referendum che deciderà se il Regno Unito continuerà o meno a far parte dell’Ue. La ‘Brexit’ ha tutto il potenziale di causare uno smottamento sistemico nel Vecchio Continente. L’Ue diventerebbe d’un colpo più piccola economicamente, più modesta sul piano geopolitico e più fragile su quello politico. Il precedente britannico darebbe maggiore credibilità alle forze politiche che in tanti paesi europei professano ostilità nei confronti dell’integrazione (a volte caldeggiando l’uscita del proprio paese dall’Ue o comunque dall’eurozona) in nome di un nuovo ‘sovranismo’ declinato in termini nazionalistici, protezionistici e xenofobi. La congiuntura elettorale è favorevole alle forze anti-Ue: le presidenziali in Francia nella primavera 2017 probabilmente vedranno Marine Le Pen, leader del partito di ultradestra Front National, andare al ballottaggio sulla scorta di una maggioranza relativa di voti al primo turno. Il successivo settembre il partito anti-euro e anti-immigrazione Alternative für Deutschland (AfD) dovrebbe superare lo sbarramento per entrare nel parlamento federale tedesco, indebolendo ulteriormente i partiti pro-Ue e forse decretando la fine del cancellierato di Angela Merkel. Brexit, vittoria di Le Pen e crescita di AfD sono tutti fattori che mettono a repentaglio la coesione dell’Europa. Ma il rischio più grande proviene d’oltratlantico, dove le elezioni presidenziali di novembre potrebbero trasformare radicalmente le relazioni tra America ed Europa.

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