Angela Merkel si indebolisce mentre l’Europa dà segni di vita, provando a diventare autonoma dagli Usa nel rapporto con l’Iran.
Angela Merkel sempre più debole
Per la prima volta, il capogruppo della Cdu non sarà un “merkeliano”. Angela Merkel ha dovuto incassare una clamorosa sconfitta personale: Volker Kauder, presidente del gruppo parlamentare dell’Unione CDU/CSU e fedele collaboratore della cancelliera tedesca da tredici anni, esce di scena. La sua rielezione sembrava scontata finché, qualche settimana fa, Ralph Brinkhaus ha deciso di contendergli lo scranno e sorprendentemente ce l’ha fatta: 125 voti contro 112, in pochi ci avrebbero scommesso. Da 30 anni, mai nessuno aveva osato sfidare il capogruppo uscente. Decisiva è stata a fronda interna alla CSU bavarese, nonostante l’indicazione di voto pro-Kauder del presidente dei cristiano-sociali bavaresi e ministro degli Interni Horst Seehofer. Brinkaus si è subito affrettato a placare gli animi, dichiarando che la sua elezione non è un atto di ostilità verso la cancelliera.
A un anno dalle elezioni, la debole leadership di Angela Merkel vacilla ogni giorno di più. La cancelliera, al potere da 13 anni, sta perdendo la presa sul suo partito, mentre gli alleati storici della CSU sono sempre più insofferenti. I prossimi appuntamenti elettorali saranno decisivi. A ottobre si voterà in Assia e in Baviera, dove si misurerà la tenuta della CSU , ma il 2019 sarò il vero banco di prova di Angela Merkel, prima con le elezioni europee e poi quelli di Länder strategici come Brandeburgo , Sassonia e Turingia dove la cancelliera dovrà vedersela con gli estremisti di destra della AfD.
Anche con il senno di poi, la Cancelliera avrebbe dovuto lasciare la Germania a un delfino e impegnarsi in Europa, dove avrebbe dato certamente più autorevolezza al ruolo di Presidente della Commissione, salvandoci forse dalla deriva sovranista anche in Europa… Ora, invece, rischiano di affondare gli Stati nazionali e il processo di integrazione…
Unione Europea – La Partita Iraniana. Conflitto Usa-Ue
L’Alto rappresentante per la politica estera della Ue, Federica Mogherini, parlando la scorsa settimana all’Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York, ha annunciato che l’Unione Europea creerà un’entità legale per facilitare le transizioni con l’Iran, uno special purpose vehicle che consentirà pagamenti facilitati a quegli operatori di mercato europei che vorranno fare business con l’Iran in modo legittimo. Lo strumento potrebbe essere aperto anche ad altri partner nel mondo e riguarderà anche le esportazioni di greggio iraniano.
L’Unione Europea prende ancora una volta le distanze da Donald Trump, dopo il ritiro a maggio scorso degli Usa dagli accordi sul nucleare iraniano voluti da Barack Obama e il ripristino delle sanzioni. Bruxelles proseguirà ora alla fase operativa, convocando una riunione di esperti tecnici degli stati membri per rendere efficace, a livello tecnico, lo Spv. Il prezzo del petrolio intanto è aumentato, il Brent è schizzato fino a superare 81 dollari al barile. A spingere i prezzi non c’è solo la partita tra Bruxelles e Washington, ma anche il braccio di ferro ingaggiato da Trump con l’Opec, che ha deciso di non aumentare la produzione petrolifera.
Mentre l’Ue cerca di pompare ossigeno finanziario alla produzione petrolifera iraniana, il 4 novembre scatteranno le nuove sanzioni volute da Trump contro Teheran. “Chiunque farà affari con l’Iran, non farà affari con gli Stati Uniti” ha ribadito il Presidente americano. Difficile prevedere se la mossa europea avrà successo, per molte grandi aziende internazionali, l’esilio dai mercati americani potrebbe essere una condanna a morte. Ma è giusto provarci, affrancarci dall’irresponsabilità trumpiana deve essere una linea guida dell’Europa.
@GiuScognamiglio
Angela Merkel si indebolisce mentre l’Europa dà segni di vita, provando a diventare autonoma dagli Usa nel rapporto con l’Iran.
Per la prima volta, il capogruppo della Cdu non sarà un “merkeliano”. Angela Merkel ha dovuto incassare una clamorosa sconfitta personale: Volker Kauder, presidente del gruppo parlamentare dell’Unione CDU/CSU e fedele collaboratore della cancelliera tedesca da tredici anni, esce di scena. La sua rielezione sembrava scontata finché, qualche settimana fa, Ralph Brinkhaus ha deciso di contendergli lo scranno e sorprendentemente ce l’ha fatta: 125 voti contro 112, in pochi ci avrebbero scommesso. Da 30 anni, mai nessuno aveva osato sfidare il capogruppo uscente. Decisiva è stata a fronda interna alla CSU bavarese, nonostante l’indicazione di voto pro-Kauder del presidente dei cristiano-sociali bavaresi e ministro degli Interni Horst Seehofer. Brinkaus si è subito affrettato a placare gli animi, dichiarando che la sua elezione non è un atto di ostilità verso la cancelliera.