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La dignità attraverso il lavoro per le donne irachene


Sakar Galil è una ragazza musulmana di 24 anni, nata e cresciuta a Kirkuk, città oggetto di contesa tra il governo curdo e quello iracheno. Qui, sulla via che da Erbil porta a Baghdad il cielo della torrida estate mediorientale è striato dalle colonne di fumo sputate in aria giorno e notte dai pozzi petroliferi in funzione. È questa un’area strategicamente importante, ricca di acqua, di terreni coltivabili e di risorse, oro nero incluso, dove da sempre vivono curdi, turcomanni, arabi e siriaci.

Sakar Galil nel centro di formazione Focsiv di Erbil. Foto Emanuele Confortin

Sakar Galil è una ragazza musulmana di 24 anni, nata e cresciuta a Kirkuk, città oggetto di contesa tra il governo curdo e quello iracheno. Qui, sulla via che da Erbil porta a Baghdad il cielo della torrida estate mediorientale è striato dalle colonne di fumo sputate in aria giorno e notte dai pozzi petroliferi in funzione. È questa un’area strategicamente importante, ricca di acqua, di terreni coltivabili e di risorse, oro nero incluso, dove da sempre vivono curdi, turcomanni, arabi e siriaci.

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