C’è la fame che continua ad uccidere milioni di persone, ma c’è anche quella che viene chiamata “fame invisibile”, o malnutrizione, che in silenzio, senza fare troppo clamore, toglie la vita, lentamente, a più di un milione di bambini nel mondo.

Un’alimentazione povera di elementi essenziali come il ferro, lo iodio, lo zinco, la vitamina A e B, non dà effetti visibili a breve termini, non provoca, come la fame vera e propria, perdite di peso importanti, e le persone appaiono in buona forma fisica. Ma gli effetti della malnutrizione si hanno a lungo termine. E possono essere devastanti, portando a un indebolimento del sistema immunitario e delle capacità intellettuali.
Secondo l’ “Hunger Map 2014”, pubblicata dal World Food Programme (WFP), dalla Food and Agriculture Organization (FAO) e dall’International Fund for Agricultural Development (IFAD), la regione più colpita dalla malnutrizione è quella Sub-Sahariana con una persona su quattro malnutrita. Etiopia, Repubblica Centrafricana, Malawi, Zambia e Namibia, insieme ad Haiti e Corea del Nord, sono i paesi con il più alto tasso di malnutrizione nella popolazione, oltre il 35%. La media del continente africano è altrettanto tragica: il 25% della popolazione è malnutrita.
Inoltre più di 800milioni di persone al mondo, 1 ogni 9, sempre secondo il report da poco presentato, vanno a letto tutte le sere affamate, e non si hanno dati su paesi come la Repubblica Democratica del Congo, la Libia, la Somalia, l’Eritrea, il Sudan e il Sud Sudan, la Siria, per cui i numeri potrebbero essere decisamente più drammatici.
Le cause di questa situazione paiono essere, soprattutto per l’Africa Sub-Sahariana, l’alto tasso di povertà e la carenza di infrastrutture che rendono difficile, se non impossibile, l’accesso al cibo e alla sua distribuzione. Inoltre poco pare essere stato fatto per aumentare l’accesso all’acqua potabile e a strutture sanitarie di livello minimo. “ La stabilità delle forniture alimentari si è deteriorata negli ultimi anni, principalmente a causa di instabilità politica, guerre e tensioni in vari paesi” si legge nel report “The State of Food Insecurity in the World: Strengthening the Enabling Environment for Food Security and Nutrition” che ha accompagnato la pubblicazione della Hunger Map. Tuttavia la situazione sembra essere nettamente diversa in Nord Africa dove il livello di malnutrizione rimane sotto il 5% dal 1990 circa.
Gli obiettivi prefissati dal World Food Summit, tra cui dimezzare la malnutrizione nel mondo entro il 2015, sembrano quindi lontanissimi. E’ necessaria un’inversione di rotta da parte delle organizzazioni internazionali che devono arrivare a mettere la sicurezza alimentare al primo posto della loro agenda politica. Solo così, con investimenti nell’agricoltura rurale, nella tecnologia, nell’accesso alla terra e alle risorse per poterla lavorare, con più equità e protezione sociale per i più poveri, si può pensare di ridurre drasticamente la malnutrizione e la fame nel mondo.
C’è la fame che continua ad uccidere milioni di persone, ma c’è anche quella che viene chiamata “fame invisibile”, o malnutrizione, che in silenzio, senza fare troppo clamore, toglie la vita, lentamente, a più di un milione di bambini nel mondo.