spot_img

La marcia per la democrazia a Hong Kong


Centinaia di migliaia di persone – secondo gli organizzatori - hanno partecipato a Hong Kong alla tradizionale «marcia per la democrazia», che quest’anno si è configurata come un'aperta sfida al governo di Pechino. La Cina del resto, nei giorni scorsi ha affermato con chiarezza di voler controllare strettamente la vita politica nell'ex colonia britannica. E un gruppo di studenti dell’ex colonia ha deciso di organizzare un sit-in di protesta davanti agli uffici governativi, anticipando la minacciata occupazione pacifica di Central, il distretto degli affari di Hong Kong dove si trovano gli uffici delle multinazionali e delle grandi banche internazionali, da parte del gruppo Occupy Central.

Centinaia di migliaia di persone – secondo gli organizzatori – hanno partecipato a Hong Kong alla tradizionale «marcia per la democrazia», che quest’anno si è configurata come un’aperta sfida al governo di Pechino. La Cina del resto, nei giorni scorsi ha affermato con chiarezza di voler controllare strettamente la vita politica nell’ex colonia britannica. E un gruppo di studenti dell’ex colonia ha deciso di organizzare un sit-in di protesta davanti agli uffici governativi, anticipando la minacciata occupazione pacifica di Central, il distretto degli affari di Hong Kong dove si trovano gli uffici delle multinazionali e delle grandi banche internazionali, da parte del gruppo Occupy Central.

Il primo luglio del 1997 si concluse quel percorso politico e diplomatico che avrebbe riportato Hong Kong alla Cina, attraverso il trasferimento della sovranità da Londra a Pechino. L’accordo firmato da Thatcher e Deng Xiaoping, riportava sotto l’ala cinese l’ex colonia britannica, dando vita alla sistemazione politico- amministrativa nota alla storia come «un paese, due sistemi». Da allora ogni primo luglio a Hong Kong si svolge una «marcia per la democrazia», che quest’anno ha connotati nuovi: nei mesi precedenti, si è realizzato un periodo di lunghe proteste, con la nascita del soggetto politico chiamato Occupy Central (formato da attivisti, professori universitari e alle cui iniziative hanno partecipato anche volti noti delle manifestazioni cinesi del 1989), c’è stato un referendum sulla democrazia dell’isola e infine la pubblicazione da parte di Pechino del «Libro Bianco» su Hong Kong che tanto ha fatto discutere. La «marcia» è attesa con tale tensione da portare a speciali esercitazioni la polizia dell’isola e alla minaccia da parte di alcune aziende internazionali di abbandonare l’eco-sistema economico di Hong Kong, nel caso in cui le proteste politiche rendano instabile l’ex colonia britannica.

Questo contenuto è riservato agli abbonati

Abbonati per un anno a tutti i contenuti del sito e all'edizione cartacea + digitale della rivista di geopolitica

Abbonati ora €45

Abbonati per un anno alla versione digitale della rivista di geopolitica

Abbonati ora €20

- Advertisement -spot_img