30.000 kg di bile di orso a livello nazionale, consentono alle aziende che «curano» il processo, un profitto di circa 100 milioni di yuan. Si tratta di una pratica in atto fin dagli anni 80 ma che incontra oggi nuove forme di resistenza. Negli ultimi tempi si è sviluppata in Cina una nuova sensibilità relativa agli animali. Non solo cani e gatti, perché nel tempo sono sempre più diffuse le campagne contro l’utilizzo degli squali come ingrediente alimentare e contro lo sfruttamento degli orsi per la produzione di medicinali.
In particolare quest’ultimo argomento ha sollevato vivaci polemiche e campagne di sensibilizzazione, quando, circa un anno e mezzo fa, si scoprì che la bile degli orsi veniva usata per produrre medicinali. Il web cinese venne inondato di immagini e video che finirono per aumentare i toni della protesta.
Questa nuova vena animalista dei cinesi, che contrariamente a quanto si pensa in Occidente, ad esempio, non mangiano i cani, se non in alcune zone e in alcuni periodi dell’anno, va di pari passo con il miglioramento delle condizioni di vita e con l’arrivo quindi di abitudini che hanno avvicinato le sensibilità cinesi a certi temi.
E oggi il China Daily dà conto di una notizia che all’interno dei gruppi più interessati a questi argmoenti sta girando parecchio: «un allevamento con 130 orsi a Nanning, capitale della regione autonoma Zhuang del Guangxi, si sta trasformando in un centro di soccorso per orsi, ha detto Yan Shaohong, direttore generale del Flower World Group, che gestisce l’allevamento come parte di un investimento statale nel settore orticolo. Su richiesta della fattoria, Animals Asia, un’organizzazione sociale, porterà i primi 28 orsi malati da Flower World a Chengdu per il trattamento urgente. Nel corso dei due anni, la fattoria sarà trasformata in un centro di soccorso».
Per cosa era utilizzata infatti la bile dell’orso (la cui procedura di estrazione è una pratica terribile)?
La bile d’orso è usata nella medicina tradizionale cinese e – secondo i media che si sono occupati del caso – più di 10.000 orsi negli allevamenti di tutto il paese sono sottoposti all’estrazione giornaliera di bile.
Ma, scrive il China Daily, «la pratica è stata un forte punto di controversia». Secondo i dati a disposizione, l’industria della bile d’orso in Cina – iniziata nel 1984 – si è contratta negli ultimi anni grazie alle campagne di sensibilizzazione, detto Toby Zhang, direttore degli affari esterni di «Animals Asia». Ci sono almeno 98 fattorie per l’estrazione della bile in 11 province; oggi si sarebbero ridotte a 57 (è un dato però del 2011 ed è credibile che siano diminuite ancora).

Il numero totale di orsi coinvolti è sceso da 28.000 a 17.000. Con un raccolto annuo di oltre 30.000 kg di bile di orso a livello nazionale, il profitto del settore è di circa 100 milioni di yuan.
Il China Daily dà infine conto di un sondaggio condotto su oltre 2.000 persone in otto grandi città da Horizon Consultancy Research Group lo scorso anno: l’86,6 per cento degli intervistati ha votato per porre fine all’estrazione di bile d’orso.
30.000 kg di bile di orso a livello nazionale, consentono alle aziende che «curano» il processo, un profitto di circa 100 milioni di yuan. Si tratta di una pratica in atto fin dagli anni 80 ma che incontra oggi nuove forme di resistenza. Negli ultimi tempi si è sviluppata in Cina una nuova sensibilità relativa agli animali. Non solo cani e gatti, perché nel tempo sono sempre più diffuse le campagne contro l’utilizzo degli squali come ingrediente alimentare e contro lo sfruttamento degli orsi per la produzione di medicinali.