Coordinare le politiche economiche sembra cosa d’altri tempi proprio quando la globalizzazione ne ha grande necessità.
Quest’anno la Presidenza tedesca del G7 ha adottato il motto “Pensare al futuro. Agire insieme”. In effetti, se si “pensa al futuro”, la necessità di “agire insieme” appare evidente.
Da 7 anni Europa e Usa assistono alla peggiore recessione verificatasi nell’arco di oltre una generazione, e il tessuto politico è teso su entrambe le sponde dell’Atlantico. Intanto le costellazioni geopolitiche si riassestano: la Russia ha purtroppo ridefinito il proprio modus operandi post Guerra fredda introducendo la forza militare, e i mercati emergenti, quali Cina e India, hanno assunto rilievo geopolitico dopo anni di crescita incontrollabile.
Eppure oggi il coordinamento delle politiche economiche, persino tra paesi del G7 ideologicamente affini, sembra un’impresa più ardua che mai. Trent’anni fa l’Occidente passò un periodo difficile a causa dell’aumento del prezzo del petrolio alla fine degli anni Settanta. Gli Usa in particolare erano afflitti dalla recessione e dalla pressione crescente sul dollaro dovuta al riciclaggio del petrodollaro, che contribuì a un deficit delle partite correnti ritenuto eccessivo perché pari al 3,5% del Pil.
Se vuoi leggerlo tutto, acquista il numero in pdf per soli 3 euro.
Coordinare le politiche economiche sembra cosa d’altri tempi proprio quando la globalizzazione ne ha grande necessità.
Quest’anno la Presidenza tedesca del G7 ha adottato il motto “Pensare al futuro. Agire insieme”. In effetti, se si “pensa al futuro”, la necessità di “agire insieme” appare evidente.