«Circa un milione di coppie cinesi hanno chiesto il permesso di avere un secondo figlio da quando la politica del figlio unico è stata riformata in Cina», hanno scritto i media nazionali. Secondo il governo il dato va bene, ma in realtà le stime ufficiali si aspettavano che la riforma avrebbe impattato su almeno due milioni di coppie. Nonostante la riforma, infatti, la società cinese sembra cambiata e le coppie si accontentano comunque di un figlio. C’è di mezzo l’aumento del costo della vita e il nuovo individualismo urbano.
Il ritornello delle coppie di cinesi, tirate in ballo dai media locali sembra essere il seguente: «Un figlio è sufficiente», anche dopo la possibilità della riforma voluta dal goveno.
La legge che imponeva solo un figlio alle famiglie, fu voluta da Deng Xiaoping e attuata fin dagli inizi degli anni 80, seppure con molte eccezioni (erano consentiti più di un figlio alle minoranze etniche o alle coppie formate da due figli unici).

L’anno scorso, la leadership del Partito comunista cinese ha riformato la legge, dopo anni di dibattiti, denunce, ripensamenti e anche pressioni internazionali, consentendo alle famiglie anche il secondo figlio.
Questo cambiamento è stato dettato non solo da questioni umanitarie, ma in gran parte da questioni demografiche ed economiche: il paese ha bisogno di giovani per fare fronte all’invecchiamento della popolazione e al bisogno di manodopera da impiegare nelle fabbriche che ancora producono per tutto il mondo.
Ma l’innalzamento del livello di qualità – e del costo – della vita, e una propensione all’individualismo e alla «carriera», hanno portato a risultati minori delle aspettative.
Secondo Fan Hua, membro della commissione per la pianificazione familiare di Shanghai, ascoltato dal Guardian, «meno persone di quante ne avevamo previsto hanno approfittato del recente cambiamento della legge che consente di avere più di un figlio».
Il Qianjiang Evening News ha specificato che solo il 5% delle donne che avrebbe potuto avere un secondo figlio, aveva usufruito della nuova legge.
Il South China Morning Post, quotidiano di Hong Kong ha riportato il comunicato del governo cinese, secondo il quale tutto procederebbe, al contrario, come previsto: «sarebbero un milione circa le coppie che hanno utilizzato il cambiamento della legge, un dato che il governo sperava di ottenere».
Si tratterebbe di un numero «in linea con le aspettative ufficiali», ha sostenuto Mao Qunan, portavoce della commissione nazionale per la salute e la pianificazione familiare.
Secondo il magazine cinese Ifeng, ci sarebbero due tipi di ostacoli all’innalzamento del numero di coppie che vogliono il secondo figlio: «un nuovo figlio ha un costo economico non da poco: nella Cina contemporanea, può avere un impatto negativo sulla carriera di una donna e soprattutto richiede un budget molto alto per l’alimentazione, le cure mediche, l’istruzione e l’educazione in generale».
In secondo luogo non esistendo una politica di sostegno alle famiglie (sussidi, aiuti economici), le famiglie non se la sentono di sostenere «nuovi costi».
@simopieranni
«Circa un milione di coppie cinesi hanno chiesto il permesso di avere un secondo figlio da quando la politica del figlio unico è stata riformata in Cina», hanno scritto i media nazionali. Secondo il governo il dato va bene, ma in realtà le stime ufficiali si aspettavano che la riforma avrebbe impattato su almeno due milioni di coppie. Nonostante la riforma, infatti, la società cinese sembra cambiata e le coppie si accontentano comunque di un figlio. C’è di mezzo l’aumento del costo della vita e il nuovo individualismo urbano.
Il ritornello delle coppie di cinesi, tirate in ballo dai media locali sembra essere il seguente: «Un figlio è sufficiente», anche dopo la possibilità della riforma voluta dal goveno.