La Russia non è Charlie
Seppelliti i morti di Parigi, l’idea che se la sono un po’ cercata ha cominciato ad attecchire negli ambienti più conservatori. Il Consiglio mondiale del popolo russo ha chiesto una moratoria sulle vignette a sfondo religioso, mentre l’organismo di controllo sulla stampa, Roskomnadzor, ha intimato ai giornali di non ripubblicare le vignette di Charlie Hebdo. Intanto la Cecenia si prepara a una manifestazione contro gli insulti a Maometto.
Seppelliti i morti di Parigi, l’idea che se la sono un po’ cercata ha cominciato ad attecchire negli ambienti più conservatori. Il Consiglio mondiale del popolo russo ha chiesto una moratoria sulle vignette a sfondo religioso, mentre l’organismo di controllo sulla stampa, Roskomnadzor, ha intimato ai giornali di non ripubblicare le vignette di Charlie Hebdo. Intanto la Cecenia si prepara a una manifestazione contro gli insulti a Maometto.
Quando si sono accorti che Charlie Hebdo non aveva preso di mira solo Maometto e l’Islam, ma si divertiva a dissacrare con squisita par condicio anche i simboli della religione cristiana ed ebraica, negli ambienti conservatori di mezzo mondo hanno cominciato a spuntare quelli che “non sono Charlie”. La linea di pensiero secondo cui la religione è e deve essere un limite alla libertà di stampa sembra aver attecchito particolarmente bene in Russia. La sede regionale della Kamchatka del Roskomnadzor, l’agenzia di vigilanza sui media russi, ha inviato una lettera ad alcuni giornali chiedendo di non pubblicare le vignette di Charlie Hebdo. Secondo una fonte citata dal Moscow Times, il Roskomnadzor ha affermato che “la pubblicazione di caricature di personaggi religiosi è inammissibile. Invitiamo i mezzi d’informazione nazionali a scegliere altre forme di solidarietà con i colleghi francesi tragicamente uccisi, piuttosto che alimentare tensioni settarie nella società russa”. L’organismo ha anche ricordato ai direttori che la pubblicazione potrebbe violare le leggi contro le attività estremiste, considerate un crimine in Russia, e portare alla chiusura del giornale.
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