Esistono realtà urbane, in Italia e nel mondo, in cui l’arte rappresenta più di un abbellimento, un messaggio, un’ispirazione. Luoghi in cui l’arte è uno strumento, un canale che mette in comunicazione persone e contesti, generando possibilità e responsabilità a livello civile e sociale, incoraggiando uno sviluppo culturale ed economico altrimenti impensabile.
Una di queste si chiama Walls – muri – ed è un’associazione di Contemporary Public Art attiva da quasi dieci anni a Roma, dove promuove eventi e interventi di arte urbana, prevalentemente street art ma non solo. L’obiettivo dell’associazione, che collabora a stretto giro con il Comune di Roma, è di dare una possibilità a zone della città che altrimenti non ne avrebbero, chiuse nella loro storia di periferia, isolate dal concetto di comunità. Contemporaneamente, Walls supporta l’indipendenza degli artisti di strada rendendo legale ciò che altrimenti limiterebbe non tanto la loro forza espressiva, quanto la tutela delle loro opere murali e dunque la loro durata nel tempo. Molti muri sono diventati tele a cielo aperto con l’approvazione della capitale, dando il via a laboratori creativi e opere d’arte site specific in quartieri periferici come quello di San Basilio.
Proprio ad un primo intervento dell’associazione nel 2013 – sotto il nome di SanBa – si devono le opere degli artisti Liqen e Iacurci, e le sei facciate dipinte dall’artista Hitnes su alcuni palazzoni, che ricreano un’incrediibile foresta di animali più o meno fantastici. Con il secondo intervento del 2015 ed il progetto Trame_Trasmissioni di Memoria, l’associazione ha raggiunto il suo secondo obiettivo, ovvero coinvolgere gli abitanti del quartiere, celebrandone la storia e la memoria attraverso un’arte pubblica e partecipata. Per questo in un primo momento sono stati raccolti i racconti e le storie degli anziani di San Basilio, affiancati dal team di psicologi clinici e sociali NOEO, e in un secondo momento l’intera storia – in vari capitoli – è stata mostrata al pubblico sotto forma di fotografie, video, disegni ed illustrazioni, dunque partecipata nuovamente attraverso l’arte, strumento di comunicazione comprensibile a tutti.
Come per San Basilio, che continua ad essere un “cantiere culturale”, vi sono altri progetti nazionali e internazionali di cui Walls si fa promotore, come nel caso del FA / DE – Famagosta / Deryneia Mural Art Project, un progetto artistico ideato insieme a Renewal e l’UNDP-ACT per la cooperazione e lo sviluppo della regione più grande di Cipro, Famagosta. Sono state coinvolte due comunità, quelle appunto di Famagosta e di Deryneia, città simbolo per decenni e da altrettanto tempo divise da incomprensioni relazionali, benché geograficamente vicine di casa. Sono stati coinvolti quattro street artist – due Greco Ciprioti e due Turco Ciprioti – selezionati per confrontarsi e lavorare insieme all’interno di un programma di residenza. Il soggetto finale? Qualcosa che rappresentasse entrambe le comunità che convivono sull’isola, selezionato attraverso discussioni, lezioni e confronti di accademici, curatori e artisti, visite a luoghi storici e luoghi d’arte. Infine, gli artisti hanno realizzato i loro interventi murali nelle città di Famagusta e Deryneia: ogni opera è stata creata attraverso il lavoro congiunto degli artisti che hanno lavorato in coppia, intra comunitariamente, realizzando una performance di Public Urban Art a dimostrazione di un impegno diffuso della comunità.
Perché i professionisti che fanno parte dell’associazione Walls dedicano tempo a questi progetti? Si tratta di un gruppo eterogeneo, che lavora a cavallo tra arte contemporanea e sociale, credono nel dialogo e nella possibilità di costruire alternative, reinventando gli schemi abituali che molto spesso bloccano una diffusione comunicativa fuori dai confini del quartiere. Ora stanno lavorando a progetti gemelli in altre periferie della capitale, con l’intenzione di costruire negli anni un network di luoghi in grado di sentirsi vicini grazie alla cultura che accolgono e restituiscono al pubblico.
L’obiettivo? Fare delle periferie realtà attive e recettive, capaci di muovere iniziative culturali al di fuori dei centri storici, ed aumentando così l’offerta artistica non solo a Roma, ma in altre città.
Dicono da Walls: “Non dobbiamo dimenticare che l’arte cambia le prospettive ma non basta: bisogna alimentare tutti i giorni la presenza, soprattutto in questi luoghi che ne sono da troppo tempo a secco. E per far capire che un’alternativa è possibile il cittadino deve partecipare in prima persona, attivamente, e non solo come spettatore.”
http://onthewalls.it/
Esistono realtà urbane, in Italia e nel mondo, in cui l’arte rappresenta più di un abbellimento, un messaggio, un’ispirazione. Luoghi in cui l’arte è uno strumento, un canale che mette in comunicazione persone e contesti, generando possibilità e responsabilità a livello civile e sociale, incoraggiando uno sviluppo culturale ed economico altrimenti impensabile.