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La tragedia di Kiev


Il Paese sembra sospeso in un limbo, ancora in attesa di una vera tregua con la Russia e delle grandi promesse di Petro Porošenko.

Il Paese sembra sospeso in un limbo, ancora in attesa di una vera tregua con la Russia e delle grandi promesse di Petro Porošenko.

Tante parole e pochi fatti, si potrebbe descrivere così la tragedia in corso ormai da tempo a Kiev. A più di due anni dalla ‘Rivoluzione della dignità’ e a quindici mesi dagli accordi di Minsk II, firmati da Ucraina, Russia, Germania e Francia, è ancora tutto da stabilire: il futuro dell’Ucraina orientale, ma anche quello delle sanzioni economiche contro la Russia. Il destino del secondo Stato più esteso d’Europa, con un potenziale economico mostruoso e una popolazione di 45 milioni di persone, gioca anche un ruolo spesso sottovalutato nella politica interna della Germania, del Regno Unito, della Polonia e dei Paesi baltici. Mentre la Polonia, che ospita circa un milione di profughi ucraini, e gli Stati baltici si sentono minacciati dalla vicina Russia e invocano la linea dura contro Mosca, richieste opposte arrivano dagli imprenditori tedeschi, britannici e austriaci, che vorrebbero tornare a rifornire i mercati russi di prodotti industriali e agricoli.

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