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L’Africa espelle la Francia


Nel giro di poche ore, il Ciad ha chiesto alla Francia di ritirare i propri soldati dal Paese e il Senegal ha detto a Parigi che farà altrettanto. La Francia paga l’incapacità di adattarsi ad un contesto cambiato e sarà obbligata a modificare i propri piani strategici.

La Francia ha iniziato a ritirare le proprie truppe dal Ciad. Martedì i primi aerei da combattimento hanno lasciato il Paese africano, segnando quello che è stato descritto dal colonnello francese Guillaume Vernet come “l’inizio del rimpatrio delle attrezzature francesi stanziate a N'Djamena”, la capitale del Ciad. Nelle prossime settimane Parigi dovrebbe continuare le operazioni di abbandono, trasferendo gradualmente i mille soldati che ora si trovano nel Paese.

Il ritiro francese dal Ciad era noto da alcuni giorni. Il 28 novembre il governo del Ciad aveva infatti annunciato di voler “mettere fine all’accordo di cooperazione in materia di difesa siglato con la Repubblica francese” e, di conseguenza, che il continente transalpino avrebbe lasciato il territorio nazionale. La decisione era stata resa pubblica attraverso un comunicato, pubblicato in seguito alla visita in Ciad del ministro francese per gli affari stranieri Jean-Noël Barrot.

La svolta ha sorpreso molti osservatori, in quanto non era stata preceduta da evidenti segnali di allontanamento da Parigi. Inoltre, a stupire è stato il fatto che la decisione non sia stata annunciata dal presidente Mahamat Deby, che governa lo stato in maniera autoritaria da quando è succeduto al padre, nel 2021. Il cambio di rotta è stato commentato soltanto dal ministro degli esteri ciadiano, Abderaman Koulamallah, che ha spiegato come la fine dell’accordo militare non vada letta come una rottura, ma come il desiderio di acquisire una piena indipendenza. “La Francia è un partner essenziale, ma deve considerare che il Ciad è cresciuto e maturato, che è uno Stato sovrano e molto geloso della sua sovranità”.

L’abbandono del Ciad rappresenta un duro colpo per la Francia. Innanzitutto, perché si tratta dell’ennesimo stato africano da cui Parigi è obbligata a ritirare le proprie truppe negli ultimi anni. Nel 2022 i militari francesi avevano dovuto abbandonare la Repubblica Centrafricana e il Mali, l’anno seguente era toccato a Burkina Faso e Niger. In tutti questi casi, tuttavia, era evidente il sentimento antifrancese dei regimi al governo - arrivati al potere con colpi di stato avvenuti di recente, tranne che in Repubblica Centrafricana. La situazione del Ciad è invece totalmente diversa: il Paese del Sahel rappresenta l’alleato più stabile della Francia e degli Stati Uniti nella regione e fino ai giorni scorsi non c’erano dubbi sul suo allineamento filo occidentale.

L’improvviso smarcamento del Ciad dalla Francia è quindi problematico per Parigi, che si vede costretta a rivedere il proprio posizionamento nel continente africano. Fino a questo momento, il Ciad rappresentava un punto d’appoggio cruciale, anche per le azioni portate avanti negli altri Paesi del Sahel. Se la Francia dovesse effettivamente completare il ritiro delle proprie truppe, come sembra certo, dovrebbe rivedere totalmente il suo modo di agire nella regione.

Nelle stesse ore in cui a N’Djamena si annunciava l’abbandono francese del Ciad per Parigi arrivavano dei grattacapi anche da Dakar, dove il Presidente Bassirou Diomaye Faye ribadiva che la presenza del contingente francese nel Paese è “incompatibile con la nostra sovranità nazionale”.

Non si tratta di una posizione inedita: il leader senegalese ha vinto le elezioni anche grazie alla sua posizione critica verso la Francia e ha sempre detto di volere un ritiro delle truppe francesi. Durante i suoi primi mesi di governo, Faye aveva però adottato un approccio piuttosto conciliante verso l’ex potenza coloniale e anche la questione della presenza militare francese era restata in stallo. La dichiarazione di questi giorni rende invece evidente che Parigi non potrà contare ancora a lungo nemmeno sul Senegal, per quanto riguarda la presenza militare sul continente africano.

Osservati insieme, gli eventi che stanno accadendo in Ciad e Senegal mostrano con chiarezza quanto la Francia avrebbe bisogno di rivedere radicalmente il proprio impegno in Africa. Soprattutto nella parte nord-occidentale del continente, le intromissioni di Parigi e in particolare la presenza di soldati francesi sono viste con crescente fastidio e sono sempre più avversate dai governi locali. Se non cambierà approccio, la Francia potrebbe ritrovarsi presto tagliata fuori dall’Africa. Per evitare che questo accada avrebbe bisogno di agire in fretta, per costruire delle alleanze più moderne e paritarie con quei Paesi a cui è ancora strettamente legata.

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