Era il 2006 quando il fotografo canadese di origine slovacca Yuri Dojc ritrovò a Bardejov, in Slovacchia, una scuola dove nel 1942 gli studenti furono deportati e libri e quaderni rimasero aperti sui banchi.

Photo @ 2013 by Yuri Dojc
Le immagini di Dojc restituiscono l’atmosfera di quella scuola – intrappolata in una inesprimibile tragedia nella quale rimase aperto anche il libro di Jakub, il nonno di Yuri – attraverso geometrie marmoree, raccolte in “Last Folio”, progetto realizzato con la produttrice televisiva Katya Krausova.
E’ stata singolare la sorte della famiglia Dojc, due volte straniera in patria, la prima a causa della invasione nazista, la seconda dopo la repressione della primavera di Praga da parte dei carri armati sovietici. Nato nell’allora Cecoslovacchia, l’autore studiava a Londra durante i fatti di Praga e nel 1969 si trasferì in Canada.
Continuando gli studi di fotografia, Yuri venne influenzato da maestri dell’obiettivo come Edward Weston, Irving Penn, Man Ray e oggi le foto di quel rifugiato (immagini che spesso comprendono finestre, mobili, piante che sembrano capaci di vivificarsi davanti allo spettatore) sono esposte alla Galleria Nazionale del Canada, al Museo Nazionale della Slovacchia ed alla Biblioteca del Congresso a Washington.
il 29 ottobre l’esposizione è stata presentata alla Biblioteca Nazionale Centrale di Roma, dove sono intervenuti gli ambasciatori in Italia del Canada (Peter McGovern) e della Repubblica Slovacca (Mária Krasnohorská) e dove la mostra resterà aperta fino al 27 gennaio del prossimo anno. Nel corso dell’iniziativa, un intermezzo musicale è stato eseguito dalla pianista Drahomíra Biligová.
Il viaggio nelle esperienze di questo cittadino canadese con forti radici nel suo paese d’origine (e nei difficili ricordi del vecchio continente) ripercorre l’itinerario di una identità europea inscindibile dalle diverse basi culturali che ne hanno determinato la storia, nonostante i tentativi dell’Europa di metterle da parte.
Le dimensioni della storia della famiglia di Yuri Dojc (slovacca, ebraica, mitteleuropea, canadese) balenano nella resistenza delle pagine di quei libri di una scuola calcificata dal tempo trascorso, e dall’obiettivo della macchina fotografica, per ricordare il tormentato percorso delle vicende europee.
La storia di Dojc e del suo viaggio alla ricerca delle origini è narrata in questo emozionante ed intenso documentario.
Era il 2006 quando il fotografo canadese di origine slovacca Yuri Dojc ritrovò a Bardejov, in Slovacchia, una scuola dove nel 1942 gli studenti furono deportati e libri e quaderni rimasero aperti sui banchi.