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Lavoro, quando la deregulation è a senso unico


“Win to Win”, è un’espressione che ai datori di lavoro piace ripetere ai candidati durante un colloquio per una posizione vacante. La usano per intendere che potreste essere un buon candidato perché vedono la possibilità di un rapporto lavorativo che convenga a entrambi le parti. In realtà in questi casi spesso a vincere è una parte sola, la loro.

REUTERS/Christian Hartmann

“Win to Win”, è un’espressione che ai datori di lavoro piace ripetere ai candidati durante un colloquio per una posizione vacante. La usano per intendere che potreste essere un buon candidato perché vedono la possibilità di un rapporto lavorativo che convenga a entrambi le parti. In realtà in questi casi spesso a vincere è una parte sola, la loro.

Vincono perché nel famoso “win to win” non devono garantire alcun diritto o nessuna spesa ulteriore, se non retribuire l’incarico volta per volta, anche in ritardo, il lavoro a chiamata e  il lavoratore freelance assomiglia ad una gallina d’oro per questo. Per non parlare poi della frase “tu insisti chiama” chi insiste ottiene. E quindi dovresti passare le giornate a far più telefonate possibili e poi magari ti prendono per sfinimento. Funzionerà?  E così le selezioni a volte si traducono in una fase di stalking puro.

I disoccupati e gli inattivi d’Europa

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