
Il terrorismo, che da sempre coinvolge soprattutto i giovani, assume forme diverse a seconda dei tempi e delle culture. Dal terrorismo rosso al jihadismo.
Nel 2004, il professor David C. Rapoport, forse il primo vero storico del terrorismo globale, scrisse che i fenomeni terroristici si generano, si sviluppano e decadono come “onde”. Ogni onda è composta da organizzazioni sparse in diversi paesi, più o meno collegate tra loro, che utilizzano metodi terroristici contro i propri governi sotto vessilli ideologici simili. A renderle parte di un’unica onda è proprio la comune ideologia, adattata e plasmata a seconda del contesto locale.
Secondo Rapoport, la prima grande onda del terrorismo internazionale fu quella anarchica, generatasi nella prima metà dell’Ottocento, per poi lentamente esaurirsi all’inizio del Ventesimo Secolo. Fu seguita dall’ondata anti-colonialista, iniziata lentamente tra le due guerre mondiali e poi esplosa nel secondo dopoguerra. Durante questo periodo organizzazioni in diversi paesi e continenti utilizzarono la violenza politica per espellere il dominio degli stati coloniali occidentali. La terza ondata, che seguì poco dopo, venne definita dal professore americano l’onda “New Left”.
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Il terrorismo, che da sempre coinvolge soprattutto i giovani, assume forme diverse a seconda dei tempi e delle culture. Dal terrorismo rosso al jihadismo.