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Legge italiana, cuore europeo


Forte il sentiment in favore di unioni civili e matrimoni gay, più cautela sulle adozioni.

Forte il sentiment in favore di unioni civili e matrimoni gay, più cautela sulle adozioni.

Dopo i recenti richiami di Bruxelles (tra cui la condanna da parte della Corte europea dei Diritti Umani a luglio e la nuova sollecitazione da parte del Parlamento Europeo a settembre), sembra arrivato il momento anche per l’Italia di riformare la propria legislazione in tema di diritti civili, riconoscendo le unioni civili di conviventi, sia eterosessuali che omosessuali. Ma in quale misura gli imperativi della UE coincidono con le opinioni degli italiani (almeno di quelli, sempre più, che ne discutono on-line sui social, blog e forum)? Analizzando oltre 100 mila commenti da giugno (subito dopo il Referendum irlandese del 23 maggio sui matrimoni gay che ha incendiato la Rete) fino a metà settembre, le opinioni espresse sembrano decisamente in linea con la prospettiva di allargare il concetto di famiglia fino a riconoscere come tale anche le coppie conviventi. Il 73,6% dei commenti sul tema si dichiara favorevole alle unioni civili tra persone dello stesso sesso, e ben oltre il 60% si mostra anche favorevole all’idea di istituire matrimoni gay. La cosa interessante è che tale maggioranza a favore dei matrimoni gay è un dato duraturo degli ultimi 4 anni: nel 2012 raggiungeva il 57,6%, il 60% l’anno successivo per poi toccare il massimo nei giorni del Referendum irlandese che ha entusiasmato l’animo degli attivisti pro-matrimoni gay. Non appare come un dato estemporaneo.

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