Lotta all’evasione per congelare l’aumento Iva per un anno. E micro interventi nella direzione giusta: cuneo fiscale, web tax, plastic tax, cashback, lotteria degli scontrini
La legge di stabilità 2020 (ex Finanziaria), è approdata in Senato e con questo passo è iniziato l’iter parlamentare che, dopo il consueto “assalto alla diligenza”, attraverso miriadi di emendamenti parlamentari porterà all’approvazione della manovra entro il 31 dicembre, termine ultimo per dribblare l’esercizio provvisorio di bilancio, ipotesi per ora solo teorica visto che uno dei maggiori obiettivi conclamati dall’esecutivo in carica è sempre stato quello di portare a termine la legge di bilancio e di evitare l’aumento dell’Iva disinnescando l’efficacia delle relative clausole di salvaguardia.
Il carnet 2020 è ricco: dalla riduzione del cuneo fiscale (un passo nella giusta direzione ma ancora insufficiente) alle norme anti evasione fiscale, agli incentivi per facilitare l’uso dei pagamenti elettronici, dall’introduzione della sugar, plastic (poi mitigata) e web tax (come se la dizione anglosassone ne rendesse più appetibile l’introduzione) alla cancellazione del superticket sanitario (misura in parte demagogica visto che il servizio sanitario italiano costa l’8,8% del Pil, secondo l’ultimo Outlook Ocse sui servizi sanitari rispetto al 16,9% degli Stati Uniti, il 12,2% della Svizzera o l’11,2% della Francia ed è uno dei migliori al mondo e una quota diretta di partecipazione avrebbe frenato gli abusi e fatto comunque pagare anche a chi non compie il proprio dovere di buon contribuente fiscale).
Ma la parte del leone della legge di bilancio la fa il congelamento delle clausole dell’Iva al 25,2% che quasi da sole ne coprono l’intero panorama. Sul tema cruciale è stata rispedita al mittente dalla maggioranza di Governo la iniziale e ragionevole proposta del Ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, che era favorevole a una rimodulazione delle aliquote Iva così da disinnescare parzialmente e gradualmente questo macigno che i vari Governi si trascinano da anni e che continuano a spostare ogni anno più avanti. Si sarebbe anche avuto un maggior equilibrio portando la tassazione complessiva a pesare più sui consumi rispetto alla produzione dei redditi.
La Commissione Ue ha espresso a novembre la sua attesa pagella sulla coerenza della manovra. Parere che è risultato sostanzialmente positivo salvo il richiamo alla necessità (divenuto nel tempo una predica inutile di Einaudiana memoria) di maggiori sforzi per ridurre il debito, il secondo in percentuale sul Pil in Eurolandia dopo quello greco. Il Ministro dell’Economia Roberto Gualtieri ha incontrato a Roma il 21 novembre il commissario Ue agli Affari economici Pierre Moscovici (in prorogatio come tutta la commissione Juncker a causa dei vivaci contrasti tra socialisti, popolari e liberali intervenuti nella formazione del nuovo esecutivo von der Leyen) che in un dialogo costruttivo all’insegna della fiducia sui punti principali della manovra 2020 ha manifestato l’apprezzamento della commissione Ue per il taglio delle tasse sul lavoro, le misure di contrasto all’evasione e il sostegno agli investimenti green.
Le misure restrittive pesano per 14 miliardi nel 2020: 11 miliardi di maggiori entrate e 3 di minori spese (segno che la spending review è un obiettivo difficile da perseguire, come ha spiegato il professor Roberto Perotti nel suo libro Status quo). Le maggiori entrate derivano da un piano di lotta all’evasione per 3 miliardi di gettito: contrasto a frodi nel settore dei carburanti per 0,8 miliardi e interventi sulla normativa Iva per 2,2 miliardi, con l’estensione del regime di reverse charge. Per facilitare l’incremento e la diffusione dei pagamenti elettronici, viene istituito il cashback: un rimborso parziale delle somme spese per acquisti pagati tramite carte di credito e pagamenti elettronici. Inoltre, il limite massimo all’uso del contante passa dai 3.000 ai 2.000 euro nel 2020 e nel 2021 e, a partire dagli anni successivi, arriva a 1.000 euro. La manovra prevede poi estrazioni e premi speciali con la “Lotteria degli scontrini” sia per i commercianti che per i clienti, per incentivare la richiesta di ticket fiscali così come già introdotto in altri paesi come il Portogallo. Basterà? I maggiori introiti previsti dalla lotta all’evasione in passato hanno avuto scarso successo a causa della farraginosità del sistema giudiziario tributario, una delle tante riforme mancate dei programmi di modernizzazione necessari al paese ma rimasti per anni nel cassetto.
Gli interventi fiscali “green”, scelta sostenuta dalla Ue, pesano per 1,2 miliardi e includono l’introduzione di una nuova imposta sugli imballaggi in plastica non riciclabile (poi alleggerita per 800 milioni dal ministro Gualtieri) e la limatura di agevolazioni sul gasolio. Le revisioni delle tax expenditures (0,5 miliardi) includono una contestata stretta sulle auto aziendali e l’introduzione di un limite di reddito pari a 120mila euro per ottenere gli oneri detraibili al 19% dell’Irpef (che avrà effetti dal 2021).
Un altro tema della manovra è l’introduzione della sugar tax, ovvero l’aumento della tassazione sulle bevande gassate. Queste misure sulle imposte per le imprese valgono 3,2 miliardi, tra cui la web tax, questa sì semplice da far scattare contro i giganti della rete come insegna il Ministro dell’Economia francese Bruno Le Maire che ha messo nel mirino il gruppo di imprese GAFA (Google, Apple, Facebook e Amazon) e 1,3 miliardi di differimento di deduzioni per le banche. I nuovi aumenti del prelievo sui giochi valgono 1,8 miliardi.
Circa 7 miliardi sono destinati a interventi espansivi. La novità introdotta dal decreto fiscale si chiama “Bonus facciate”, la detrazione del 90% della spesa per la ristrutturazione delle facciate esterne degli edifici. Cambia l’Imu che potrebbe diventare un tributo unico con la Tasi. Altre misure a sostegno della crescita: la riduzione del cuneo fiscale che dovrebbero tradursi in stipendi più alti a partire da luglio 2020, e il rilancio degli investimenti per 1 miliardo; il mantenimento di quota 100 per andare in pensione in anticipo a fronte di determinati requisiti anagrafici e di anzianità. Sul mantenimento di quota 100 ci sono malumori nella maggioranza.
La manovra assicura per il 2020 la neutralizzazione degli incrementi delle aliquote Iva (23 miliardi) ma li mantiene in vita negli anni successivi, anche se ridotti. Un’ipoteca per le manovre future. Bankitalia ha ricordato che le clausole Iva sono state ridotte ma non cancellate. Il problema si ripropone per 2021 e 2022. Inoltre ha ricordato che l’intervento sulla spesa 2020 è “pressoché nullo”.
La manovra è restrittiva o espansiva? Al quesito l’economista Lucia Cossaro risponde su Prometeia Atlante che “Rispetto all’andamento dei conti in assenza di aumenti Iva (stimato al 2,6% del Pil) la manovra nel 2020 è restrittiva sul bilancio: le nuove misure riducono il disavanzo di circa 0,4 punti percentuali di Pil. Ciò consente […] di mantenere il saldo […] per il 2019 al 2,2% del Pil”. Poi più avanti sempre la Cossaro conclude la sua articolata disanima: “Tuttavia […] si può individuare […] un intento redistributivo a favore di famiglie a basso reddito e incentivi a investimenti produttivi che, in termini di effetti sull’economia, potrebbe configurare una manovra neutrale”. Insomma sembrerebbe una manovra di mantenimento in attesa di nuovi equilibri. Anche se Carlo Calenda, leader di Azione, sul Corriere della Sera del 23 novembre dice che “di sinistra in questa manovra non c’è niente”.
@vittoriodarold
Questo articolo è pubblicato anche sul numero di gennaio/febbraio di eastwest.
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