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L’Eritrea dopo trent’anni di indipendenza


È stato definito uno dei Paesi in cui più si riscontrano forme di schiavismo moderno. E, di conseguenza, è tra gli Stati con la più alta percentuale di emigranti, il 12% della popolazione. A comandare, ad Asmara, sono l’esercito e l’esecutivo, con Isaias Afwerki in carica “transitoria” dal 1993

Pietro Malesani Pietro Malesani
Pietro Malesani [TORINO] autore freelance, è appassionato di Germania e di Africa. Cofondatore della newsletter sulla Germania Il Fendinebbia, collabora con Altreconomia.

È stato definito uno dei Paesi in cui più si riscontrano forme di schiavismo moderno. E, di conseguenza, è tra gli Stati con la più alta percentuale di emigranti, il 12% della popolazione. A comandare, ad Asmara, sono l’esercito e l’esecutivo, con Isaias Afwerki in carica “transitoria” dal 1993

Sono passati trent’anni da quando, il 24 maggio del 1993, un referendum supportato dalle Nazioni Unite sanciva ufficialmente l’indipendenza dell’Eritrea dall’Etiopia. Da allora, poco è cambiato nel Paese che si affaccia sul mar Rosso e di quello che accade al suo interno si hanno sempre meno notizie.

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