I giovani sono stati decisivi per il successo di AfD: domenica il partito è stato il più votato tra gli under 30, sia in Sassonia che in Turingia, con percentuali doppie rispetto a quelle di tutte le altre formazioni.
Tutti, in Germania, erano consapevoli che era solo questione di tempo prima che la formazione di ultradestra AfD ottenesse la propria prima affermazione. Da mesi il partito era in crescita costante nei sondaggi, tanto da aver sorpassato la SPD del Cancelliere Olaf Scholz e da essere data stabilmente attorno al 20% a livello nazionale. Ad Est, poi, i sondaggi davano ormai da tempo AfD come la principale forza politica: circa un anno fa aveva ottenuto la sua prima carica di governo in un piccolo distretto della Turingia e già nel 2019 si era fermata ad un soffio dal diventare il primo partito in Sassonia, in occasione del voto regionale.
Eppure, nonostante fosse annunciato, il successo di AfD in occasione delle elezioni in Sassonia e Turingia è stato significativo e, per molti tedeschi, traumatico. E a tre giorni dal voto di domenica la Germania si risveglia scombussolata e incerta sul proprio futuro.
In Sassonia, il partito ha ottenuto il 30% dei voti, classificandosi dietro soltanto alla CDU di Michael Kretschmer, l’amatissimo presidente uscente. In Turingia, invece, AfD ha vinto in maniera più che netta, raccogliendo il 33% dei consensi e staccando tutte le altre forze politiche di parecchi punti percentuali. Nonostante nel Land il partito sia guidato dalla sua ala più radicale, rappresentata da Bjorn Höcke, e sia stato classificato come estremista di destra dagli Uffici per la protezione della Costituzione.
La vittoria di AfD è stata talmente netta che ora è complicato lasciare la formazione fuori dalle alleanze di governo, nonostante questa sia la volontà espressa da tutti gli altri partiti. Contro AfD vige infatti il Brandmauer, letteralmente il “muro spartifuoco”, ossia un rifiuto di alleanze e di collaborazione da parte delle altre forze politiche, per evitare che il partito possa andare al governo. Ma, se finora l’isolamento di AfD era stato più o meno facile da applicare, questa volta sarà più complicato rispettare i buoni propositi.
In Sassonia, per escludere AfD, la CDU dovrà cercare un’alleanza con il Bündnis Sahra Wagenknecht (BSW), un partito populista nato da una scissione dalla Linke e con posizioni diametralmente opposte rispetto a quelle dei conservatori. In Turingia, la situazione è ancora più complessa. Se vogliono evitare un governo guidato dall’estrema destra, tutti gli altri partiti devono riuscire a trovare un accordo. Ma, in ogni caso, AfD ha ottenuto più di un terzo dei seggi, ed avrà quindi i numeri sufficienti per bloccare le iniziative degli altri partiti.
Il voto certifica il consenso di AfD, soprattutto nei Länder orientali. E mostra in maniera inequivocabile come il successo dell’estrema destra non possa essere letto come un fenomeno passeggero, né come un voto di protesta.
I risultati del partito sono senz’altro gonfiati dalla debolezza del governo, dai problemi di sicurezza, dall’incertezza economica – non ultimo, l’annuncio che Volkswagen potrebbe valutare la chiusura di stabilimenti nel Paese. Ma ormai, AfD in Germania ha un proprio elettorato, che non è frenato dagli allarmi di estremismo lanciati dalle istituzioni e che vota il partito di ultradestra proprio per quello che questo dice e propone, e non tappandosi il naso davanti ai suoi eccessi.
Negli ultimi mesi, poi, il voto europeo e quello regionale hanno evidenziato come l’estrema destra sia votata ormai da tutta la popolazione, senza distinzioni di età. In entrambi gli appuntamenti elettorali, i giovani sono stati decisivi per il successo di AfD: domenica il partito è stato il più votato tra gli under 30, sia in Sassonia che in Turingia, con percentuali doppie rispetto a quelle di tutte le altre formazioni.
Ora, per la Germania, si apre la questione di come reagire a quanto successo. Probabilmente, tutto resterà come prima, o quasi. Ad Est la CDU cercherà l’appoggio degli altri partiti per governare e a livello nazionale la coalizione semaforo continuerà a sopravvivere, almeno fino al voto del prossimo anno, mentre AfD resterà isolata e senza incarichi di governo.
Ma proprio la mancanza di cambiamenti dovrebbe preoccupare Berlino e quelle forze che temono l’estrema destra. Finora AfD è cresciuta in maniera continua, anche facendo leva sull’ipocrisia delle altre formazioni, che rifiutano di collaborare con un partito nonostante questo ottenga risultati così significativi. Ed è perciò difficile pensare che la continuazione dell’isolamento possa cambiare le cose, riavvicinando gli elettori ai partiti tradizionali ed erodendo il consenso dell’estrema destra. Più facile è invece che la questione venga soltanto rimandata, fino al prossimo voto e fino a quando AfD non otterrà un risultato ancora più rilevante.
Tutti, in Germania, erano consapevoli che era solo questione di tempo prima che la formazione di ultradestra AfD ottenesse la propria prima affermazione. Da mesi il partito era in crescita costante nei sondaggi, tanto da aver sorpassato la SPD del Cancelliere Olaf Scholz e da essere data stabilmente attorno al 20% a livello nazionale. Ad Est, poi, i sondaggi davano ormai da tempo AfD come la principale forza politica: circa un anno fa aveva ottenuto la sua prima carica di governo in un piccolo distretto della Turingia e già nel 2019 si era fermata ad un soffio dal diventare il primo partito in Sassonia, in occasione del voto regionale.
Eppure, nonostante fosse annunciato, il successo di AfD in occasione delle elezioni in Sassonia e Turingia è stato significativo e, per molti tedeschi, traumatico. E a tre giorni dal voto di domenica la Germania si risveglia scombussolata e incerta sul proprio futuro.