Niente più scappatoie, nè sconti di pena. Il Parlamento libanese, finalmente tornato operativo con l’elezione di Michel Aoun a Presidente della Repubblica dopo un vuoto di due anni, sta discutendo in questi giorni l’eliminazione dell’articolo 522 del codice penale, che garantisce in sostanza l’immunità agli stupratori che sposano le loro vittime. Nello specifico l’articolo, introdotto nel 1948, stabilisce che se un matrimonio valido viene contratto tra lo stupratore e la vittima, la pena viene immediatamente bloccata; oppure sospesa qualora il matrimonio duri meno di cinque anni.
“E’ stata una battaglia faticosa, che ha richiesto un impegno quotidiano da parte di tutti noi” racconta Soulayma Mardam Bey dell’associazione Abaad per i diritti delle donne “Più volte siamo scese in strada per protestare contro questa pratica sociale scorretta e non rispettosa della dignità femminile”. L’ultimo sit-in la settimana scorsa. Dodici donne vestite in abiti da sposa insanguinati, si sono date appuntamento in piazza Riad El Solh per chiedere l’abolizione della legge, sollevando cartelli con la scritta: “Il matrimonio non può cancellare lo stupro”. L’associazione Abbad si occupa da anni di accogliere nelle sue “secret location” donne vittime di violenze e abusi, e fornisce terapie individuali e di gruppo e assistenza clinica, in attesa di trovare loro soluzioni migliori e altrettanto sicure. “Le nostre ragazze sono quasi tutte giovanissime. Alcune hanno anche 14 anni” spiega Soulayma “Sono vulnerabili, e accettano con rassegnazione il volere delle famiglie. Quasi sempre infatti sono i genitori a spingere le giovani verso un matrimonio riparatore”. Preservare l’onore della famiglia è un aspetto fondamentale nella società Libanese, soprattutto nei villaggi e nelle piccole città di campagna, dove la situazione è molto diversa dall’emancipata e aperta realtà dei ricchi e centrali quartieri di Beirut “Per questo i nostri incontri di protezione e prevenzione non sono rivolti solo alle ragazze, ma anche ai loro genitori” spiega ancora Soulayma.
La campagna di sensibilizzazione di Abaad contro l’articolo 522 va avanti da circa sette mesi, un periodo importante che è servito anche a capire quale sia l’opinione della società sulla questione: “La ricerca ha fatto emergere che solo l’1% dei libanesi intervistati era a conoscenza dell’esistenza di questa legge” continua Soulayma “E quasi la totalità ha espresso disaccordo e indignazione una volta appurato il suo contenuto”. La Commissione Giustizia del Parlamento ha già votato la settimana scorsa l’abolizione dell’articolo, passato ora al Parlamento dove, proprio in questi giorni, se ne stanno discutendo i vari punti e le diverse implicazioni. La legge infatti oltre a permettere il matrimonio riparatore a seguito di uno stupro, consente questa deprecabile pratica anche nei casi di molestie e violenze perpetrate sui minori e su persone con disabilità fisica e mentale. Il dibattito si sta focalizzando inoltre sugli anni della pena da infliggere al colpevole. Secondo il provvedimento attuale lo stupratore può essere condannato dai due ai sette anni e “L’idea espressa in aula è quella di fissare il minimo di anni da scontare a sette”. Per l’abolizione ufficiale dell’articolo quindi, manca solo il voto dell’assemblea parlamentare: “Ma siamo fiduciosi” dice Soulayma, “Tutti si sono trovati d’accordo”. La strada verso il pieno rispetto dei diritti e della dignita umana è ancora lunga, le questioni da affrontare non sono poche, ma c’è anche soddisfazione tra i membri della Ong libanese per i risultati raggiunti finora: “Il paese finalmente da segnali importanti di miglioramento”.
Niente più scappatoie, nè sconti di pena. Il Parlamento libanese, finalmente tornato operativo con l’elezione di Michel Aoun a Presidente della Repubblica dopo un vuoto di due anni, sta discutendo in questi giorni l’eliminazione dell’articolo 522 del codice penale, che garantisce in sostanza l’immunità agli stupratori che sposano le loro vittime. Nello specifico l’articolo, introdotto nel 1948, stabilisce che se un matrimonio valido viene contratto tra lo stupratore e la vittima, la pena viene immediatamente bloccata; oppure sospesa qualora il matrimonio duri meno di cinque anni.