Nel deserto meridionale libico regna il caos. Per questo le forze speciali francesi starebbero avanzando nella zona del massiccio del Tibesti, al confine con il Ciad.

Lo scorso venerdì un vertice dei cinque Paesi del Sahel (Mauritania, Ciad, Niger, Mali e Burkina Faso) a Nouakchott si era concluso con la richiesta di un intervento internazionale contro i gruppi armati in Libia, in accordo con il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni unite e l’Unione africana.
Proprio il ministro degli Esteri francese, Jean-Yves Le Drian aveva più volte messo in guardia dal pericolo di una concentrazione di terroristi nel Sud della Libia, che rischierebbe di complicare la missione francese in Mali.
Ma continua anche il pressing negoziale. La Farnesina sta facendo continue pressioni per l’invio di una missione di peace-keeping a Tripoli. È poi in corso il tentativo dell’inviato delle Nazioni unite in Libia, Bernardino Leon di favorire il dialogo nazionale tra islamisti e militari. La Commissione europea ha invece stanziato 2 milioni di euro in fondi d’emergenza per assistere i libici costretti a lasciare le proprie case per le violenze.
La guerra ai confini con la Tunisia
Sul confine tunisino, le unità dell’esercito algerino hanno intercettato e accerchiato un gruppo di terroristi che stava per varcare il confine con la Tunisia. L’operazione ha confermato l’impegno comune di autorità algerine e tunisine per neutralizzare i miliziani radicali. Ormai da settimane, le milizie Alba (Fajr), che si oppongono ai tentativi di avanzare verso Tripoli del golpista Khalifa Haftar, sostenuto dall’Egitto, hanno ripreso il controllo del valico di frontiera con la Tunisia a Ras Jedir. Lo ha confermato il portavoce del comando generale delle forze armate libiche, Ahmed el-Mesmari. Le forze militari libiche hanno continuato con i raid aerei sulle postazioni delle milizie filo-islamiche anche a Ben Jawad, nel polo petrolifero tra Sirte e Bengasi, decine sono i miliziani uccisi nei bombardamenti.
Mentre a Derna, controllata da un cartello di jihadisti radicali, proseguono gli scontri. Cinque civili che combattevano a fianco dell’esercito sono rimasti uccisi e altri 25 feriti, secondo fonti mediche e militari. Cinque soldati sono invece morti in un assalto a sud di Derna. Intanto l’esercito libico ha inviato rinforzi nella zona petrolifera tra Sirte e Bengasi.
Lo scontro per iI controllo dei pozzi petroliferi
Il più importante terminal petrolifero del Paese, a Es-Sider, al confine fra Tripolitania e Cirenaica, è chiuso da giorni. Tutt’intorno infuria la battaglia fra i miliziani della Petroleum Protection Guard di Ibrahim Jadran e i miliziani Scudo di Misurata. Le guardie delle istallazioni petrolifere dell’est della Libia, guidate dall’ex leader autonomista Ibrahim Jadran, hanno abbattuto un aereo delle milizie Fajr nel porto di Sidra, grazie a una copertura aerea dell’aviazione libica, vicina ad Haftar.

Si tratterebbe di un aereo militare libico partito dall’aeroporto di Misurata. Le milizie Fajr hanno risposto agli attacchi con un raid aereo sulla zona petrolifera. I miliziani hanno attaccato anche i pozzi di petrolio di Zella, nel tentativo di prenderne il controllo.
Uno degli obiettivi dei jihadisti è di conquistare i terminal petroliferi. Secondo il capo militare delle milizie che sostengono il parlamento di Tripoli, il leader delle guardie delle istallazioni petrolifere, Ibrahim Jadran «vuole rubare il petrolio e venderlo al di fuori dell’autorità della National Oil Corporation (Noc)» insieme all’ex generale Khalifa Haftar, appoggiato dal parlamento di Tobruk.
Negli scontri, 30 miliziani sono stati uccisi e 270 sono rimasti feriti. Il capo delle operazioni militari della milizia, Mohamed Al Ajtal ha spiegato che i combattenti si sono allontanati «di due o tre chilometri» dal porto di Sidra, in una «ritirata strategica» per evitare che il più grande terminal di esportazione del Paese venisse bombardato dalle forze filo-governative.
E così l’ennesimo tentativo di Haftar di prendere Tripoli si è arenato. La scorsa settimana si è svolta la quarta offensiva dei militari libici per riprendere la capitale. I soldati hanno preso il controllo dell’area di Beloun, a due passi dal porto di Bengasi, dove si sono asserragliati nelle ultime settimane i jihadisti di Ansar al-Sharia. Secondo fonti militari, gli ultimi due mesi di combattimenti hanno provocato 450 morti e oltre due mila feriti.
Nel deserto meridionale libico regna il caos. Per questo le forze speciali francesi starebbero avanzando nella zona del massiccio del Tibesti, al confine con il Ciad.