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La ricerca del litio


In Europa, l’estrazione è resa più difficile dalle diffuse proteste Nimby (Not In My Back Yard): qui si sta allora cercando una terza fonte di litio, geotermico, direttamente in acqua, una soluzione che abbatte non solo i costi, ma anche l’effetto contaminante

Maurizio Stefanini Maurizio Stefanini
[ROMA] Giornalista, scrive, tra gli altri, su Il Foglio, Libero, La Ragione, Linkiesta, Longitude. Tra le sue pubblicazioni, L’avvocatoe il banchiere, edito da Paesi edizioni.

In Europa, l’estrazione è resa più difficile dalle diffuse proteste Nimby (Not In My Back Yard): qui si sta allora cercando una terza fonte di litio, geotermico, direttamente in acqua, una soluzione che abbatte non solo i costi, ma anche l’effetto contaminante

L’America Latina è uno dei luoghi dove l’Unione Europea va a cercare il litio. Nel giugno 2019, ad esempio, il viceministro per il Commercio Estero svedese Niklas Johansson andò in Perù a inaugurare un forum, “Industria estrattiva per il futuro”, e a luglio in un’intervista a Reuters confermò che lo scopo del viaggio era stato cercare materia prima per quella che sarebbe diventata la più grande fabbrica di batterie al litio d’Europa, la cui partenza era annunciata per l’agosto successivo a Skelleftea, nel nord della Svezia. Un progetto destinato a partire subito, con una capacità da 16GWh, che ha raccolto un miliardo di dollari per la realizzazione, che conta Volkswagen e Bmw tra gli investitori, e che nel 2030 prevede di produrre 150 GWh, per un valore di 13 miliardi.

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