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Il sorprendente eroismo della Lituania


Il piccolo Stato baltico non demorde contro Mosca e Pechino, i rivali di Ue e Nato; anzi, sprona l’intervento di una Ue più matura e confida nella comunità transatlantica

Cosa succede quando un Paese di poco meno di 3 milioni di abitanti − circa la popolazione di Napoli − decide di sfidare due potenze che si atteggiano a colossi neo-imperiali? La piccola Lituania affacciata sul Mar Baltico si è trovata nell’occhio del ciclone geopolitico tra la Russia, lo scomodo vicino con cui condivide 274 chilometri di frontiera, e la lontana Cina, oltre 6.500 chilometri più a est. Se il muro contro muro con la prima non è una novità, con la seconda ha non solo deteriorato le relazioni diplomatiche ma anche interrotto quelle commerciali.

È la contesa di Davide contro Golia, solo che in questa storia i giganti sono ben due, e si dà il caso siano pure i “rivali sistemici” di Nato e Ue. Gradualmente, lungo tutto l’arco dello scorso anno, la Lituania è diventata l’avamposto d’Europa contro la loro assertività. Tutto è cominciato con Mosca (e il suo “proxyAleksandr Lukashenko, l’autocrate della Bielorussia) e continuato con Pechino ma, come effetto immediato, ha avuto quello di inchiodare l’Unione europea alle sue responsabilità: vuole (oppure no) una politica estera unitaria del blocco? E, soprattutto, una strategia che sia interprete dei valori alla base del progetto Ue?

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