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Marina Jarre si racconta: «Io, scrittrice ebrea e lettone»


Della scrittrice ebreo-valdese è appena uscito il romanzo Neve in Val d’Angrognache apre la nuova collana di narrativa dell’editrice Claudiana. È la drammatica epopea di una comunità di montanari nelle impervie valli valdesi del Piemonte sabaudo, piccolo avamposto protestante nel secolo della Controriforma. . La storia dei valdesi nel Seicento è una storia di dolore, deportazioni, massacri e fughe che presenta diverse analogie con quella degli ebrei. Vittime di rpressione e persecuzioni da parte dei poteri civili e religiosi, sono tornati in possesso dei loro diritti solo dopo traversie indicibili. Ma Marina Jarre è anche altro.

Della scrittrice ebreo-valdese è appena uscito il romanzo Neve in Val d’Angrognache apre la nuova collana di narrativa dell’editrice Claudiana. È la drammatica epopea di una comunità di montanari nelle impervie valli valdesi del Piemonte sabaudo, piccolo avamposto protestante nel secolo della Controriforma. . La storia dei valdesi nel Seicento è una storia di dolore, deportazioni, massacri e fughe che presenta diverse analogie con quella degli ebrei. Vittime di rpressione e persecuzioni da parte dei poteri civili e religiosi, sono tornati in possesso dei loro diritti solo dopo traversie indicibili. Ma Marina Jarre è anche altro.

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