(Parigi). “Un ragazzo pieno di gentilezza, pieno d’energia. Giocava assieme ai nostri figli. Ha la loro stessa età”. Così uno dei vicini di casa a Bosc-Roger-en-Roumois, piccolo villaggio dell’Eure di circa 3.200 abitanti, in Normandia, parla di Maxime Hauchard, identificato dalla prefettura di Parigi e successivamente dal ministro degli interni Bernard Cazeneuve come uno dei boia che compaiono in un video dell’ISIS in cui viene giustiziato l’ostaggio americano Peter Kassig ed un gruppo di 18 soldati siriani.

La conversione a 17 anni ed i viaggi in Africa
Maxime Auchard, alias Abu Abdallah al-Faransi (in arabo ‘il francese’), è nato proprio in questo villaggio nel 1992. Un ragazzo tranquillo che tagliava l’erba e raccoglieva legna nel bosco. A 17 anni si converte all’Islam e pian piano radicalizza la sua fede religiosa attraverso letture e filmati su internet. Del resto il suo profilo facebook ne era una testimonianza diretta in quanto ritracciava la storia di un giovane appena convertito all’Islam indignato, a suo dire, per il trattamento inflitto ai musulmani in Europa e nel mondo. Il suo desiderio di perfezionare la lingua araba ed il suo interesse per la sorte dei suoi correligionari musulmani lo spingono ad intraprendere numerosi viaggi in Africa, soprattutto in Mauritania ed in Marocco, dove fa volontariato insegnando la lingua francese.
La Siria attraverso la Turchia e l’arruolamento nelle file dell’ISIS
Auchard giunge in Siria nell’Agosto del 2013 attraversando la Turchia ed ‘arruolandosi’ per lo Stato Islamico nella città di Gazientep. Dopo aver seguito un addestramento di circa un mese, Auchard entra a far parte di un’unità di combattenti ‘muhajirun’ (emigranti) composta principalmente di uomini provenienti da paesi arabi ma anche europei. Sul suo profilo Facebook, dove diventa sempre più attivo postando immagini di sé con armi in pugno ed in scenari di guerra, racconta di vivere in una base dello Stato Islamico con altri combattenti, non essendo ancora sposato. Racconta di essersi trovato a Mosul prima della conquista della città da parte dell’ISIS ed aver partecipato a diversi combattimenti.
La vita nello Stato Islamico: salario, acqua e luce gratis, niente tasse
Nel Maggio del 2014 scrive: «Qui non siamo più un’organizzazione, non siamo più Al-Qaeda, non facciamo più guerriglia, non viviamo più nascosti. Qui noi siamo uno stato». E così spiega la vasta gerarchia dello stato islamico e la vita di alcuni compagni d’arme che non vivono in caserma come lui ma che hanno una casa, moglie, tre o quattro figli e che lavorano sia come soldati, sia nella logistica, sia nell’amministrazione, nel servizio di Dawa (proselitismo), alla radio o al tribunale. Auchard ricorda che tutti i combattenti ricevono uno stipendio e che l’acqua e l’elettricità sono gratuite per tutti. « Non ci sono tasse, lo Stato ti dà una casa ed un sussidio per il matrimonio e per ogni figlio ».
L’intervista a BFMTV ed i servizi francesi
Nel Luglio del 2014 rilascia un’intervista al canale francese BFMTV raccontando la sua quotidianità a Raqqah, nel quartier generale dell’ISIS in Siria. « Attendiamo la morte con gioia – dice nell’intervista fatta via skype – La più grande ricompensa è lo chaid (il martirio)». Da quel momento in poi viene segnalato dai servizi francesi. In realtà, come ha affermato il Procuratore della Repubblica di Parigi François Molin, Maxime Auchard aveva attirato l’interesse dei servizi di sicurezza già nel 2011 a causa della sua appartenenza a correnti dell’Islam radicale. I suoi soggiorni nel 2012 e 2013 in Mauritania sono effettuati ufficialmente per fare volontariato ma sono in realtà parte dell’indottrinamento e di un insegnamento coranico sempre più oltranzista. La prima nota della DGSI (i servizi segreti interni francesi) però risale al 20 Agosto del 2014 e da quel momento in poi il tribunale di Parigi ha aperto un’inchiesta per assassinio in banda organizzata nel quadro di un’impresa terroristica e per associazione criminale.
Identificato il secondo francese: Michael Dos Santos. 1132 jihadisti francesi in Iraq e Siria
Secondo France 2, che cita fonti dei servizi segreti interni francesi, il secondo francese implicato nel video dell’esecuzione dell’ostaggio americano e dei soldati sarebbe Michael Dos Santos, 22 anni, convertito all’Islam con il nome di battaglia di Abu Othman e originario di Champigny-sur-Marne (Val de Marne). Secondo le informazioni diffuse dal canale francese Dos Santos è giunto in Siria solo pochi mesi fa. Questo pone il problema dei «convertiti» che aumentano. Secondo le fonti del ministero degli interni quest’ultimi hanno in effetti un peso crescente tra gli effettivi dell’organizzazione provenienti dalla Francia. Sui 376 francesi presenti in Siria, il 23% non è di cultura arabo-musulmana ma si tratta di «convertiti». Secondo le stime del ministero degli interni francese complessivamente 1.132 francesi hanno deciso di partecipare alla jihad in Iraq e Siria.
@marco_cesario
(Parigi). “Un ragazzo pieno di gentilezza, pieno d’energia. Giocava assieme ai nostri figli. Ha la loro stessa età”. Così uno dei vicini di casa a Bosc-Roger-en-Roumois, piccolo villaggio dell’Eure di circa 3.200 abitanti, in Normandia, parla di Maxime Hauchard, identificato dalla prefettura di Parigi e successivamente dal ministro degli interni Bernard Cazeneuve come uno dei boia che compaiono in un video dell’ISIS in cui viene giustiziato l’ostaggio americano Peter Kassig ed un gruppo di 18 soldati siriani.