Secondo il Wall Street Journal Wendi Deng, ex moglie del magnate dei media Rupert Murdoch, sarebbe sospettata di essere una spia cinese. L’intelligence americana, secondo il Wsj, avrebbe informato Jared Kushner, genero di Donald Trump, circa la possibilità che Wendi Deng potesse sfruttare l’amicizia con lui e la moglie Ivanka Trump per fare gli interessi di Pechino. Per il Global Times, quotidiano nazionalista cinese, si tratta dell’ennesima prova della «sinofobia» americana.
Come un po’ tutti hanno sottolineato, le rilevazioni su Wendi Deng sono arrivate dal Wall Street Journal, giornale di proprietà proprio di Murdoch, ex marito della donna cinese. Le accuse dei funzionari americani contro di lei sarebbero perfino circostanziate: Wendi Deng avrebbe fatto pressioni sul genero e la figlia di Trump con lo scopo di favorire il governo cinese con lo scopo di realizzare un’area all’interno del giardino botanico di Washington in cui sarebbe sorta una struttura a forma di torre.
Secondo i funzionari dell’intelligence americana, la struttura sarebbe addirittura servita per attività di spionaggio nei confronti della Casa Bianca e del Congresso americano. Al di là di Wendi, va ricordato, la Cina è finita nel mirino degli Stati Uniti anche per un’altra vicenda di spie, conclusasi, per ora, con l’arresto di uno degli agenti sospettato – come abbiamo scritto su eastwest.eu – di aver favorito Pechino per sgominare la rete degli agenti Cia in Cina dal 2010 al 2012.
Questi eventi ravvicinati hanno messo in subbuglio l’area più nazionalista dei media cinesi, in particolare il Global Times che nel tempo ha sempre difeso Wendi Deng, spesso al centro di polemiche, collegate direttamente o indirettamente a Pechino.
In un articolo intitolato «Western media fuels new wave of Sinophobia» il quotidiano ultra nazionalista cinese ha riportato le parole di An Gang ricercatore presso un think tank di Pechino, secondo il quale «Il caso di Kushner potrebbe riflettere la lotta di potere all’interno della Casa Bianca: la forza pro-establishment si rafforza e i membri della famiglia di Trump si indeboliscono». Da questo se ne dedurrebbe che la Cina è «solo un pretesto per la lotta per il potere».
In forma anonima – invece- al Global Times si sarebbe rivolto un ricercatore di Pechino esperto di media internazionali, specificando che «Queste storie senza prove solide appaiono normalmente nei giornali scandalistici ma, ora, i media mainstream statunitensi come il Wall Street Journal le coprono e prendono i rapporti dei servizi segreti statunitensi come oro colato. Sembra che la sinofobia si stia diffondendo rapidamente».
Ma il Global Times, pur registrando questo dato, ritiene che il nervosismo abbia dato vita a un fallimento: «In precedenza, gli Stati Uniti volevano cambiare il sistema politico cinese coinvolgendo la Cina nell’ordine internazionale guidato dagli Stati Uniti, ma hanno fallito». Ora in sostanza dovendo confrontarsi con una Cina più potente, gli Usa devono improvvisare.
«Molte élite statunitensi» ha spiegato al quotidiano An Gang «credono che la Cina abbia strategie a lungo termine mentre gli Stati Uniti no, facendole perdere così il senso di superiorità, come è emerso in molte aree della società statunitense, come gli istituti di Confucio che sono presi di mira negli Stati Uniti, come la paura degli studenti cinesi nelle università americane, o come normali attività giornalistiche condotte dai media cinesi e investimenti da parte di imprese cinesi».
Secondo il South China Morning Post, invece, la vicenda di Wendi Deng non sarebbe stata registrata allo stesso modo dai netizen cinesi. Un utente Weibo, Wang Zhan, avrebbe infatti sottolineato che Michael Wolff – autore del bestseller Fire and Fury: Inside the Trump White House nonché biografo di Rupert Murdoch – aveva pubblicato un tweet secondo cui Murdoch evrebbe ripetutamente sostenuto fin dal loro divorzio che «Deng Murdoch fosse una spia cinese». Quindi molti utenti su Weibo si sono chiesti che tipo di informazioni privilegiate avrebbe il Global Times per sostenere il contrario.
Naturalmente su Weibo, come spesso accade, vince l’ironia: «Che sorpresa che Wendi Deng Murdoch sia diventata un’eroina nazionale», è stato postato dopo l’articolo del Global Times.
@simopieranni