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Media e terrorismo, se i morti di Kabul ci riguardano


Mentre gli occhi dell’Europa sono puntati su quanto accaduto nella serata di venerdì a Monaco, mentre cittadini sempre più smarriti, confusi, intimoriti seguono dirette televisive in cui la mancanza di informazioni costringe alla mera speculazione – è stato l’Isis, no sono stati i nazisti –, mentre si cerca di ricostruire il legame tra l’ennesimo lupo solitario e la rete del terrore mondiale, per poi accorgersi che non di questo si è trattato bensì dell’ennesimo caso di delirio individuale, contro il quale ben poco c’è da fare se non lasciare all’umana pietà la decisione di buonsenso di far calare il silenzio, l’Isis, quello vero, rivendica.

Mentre gli occhi dell’Europa sono puntati su quanto accaduto nella serata di venerdì a Monaco, mentre cittadini sempre più smarriti, confusi, intimoriti seguono dirette televisive in cui la mancanza di informazioni costringe alla mera speculazione – è stato l’Isis, no sono stati i nazisti –, mentre si cerca di ricostruire il legame tra l’ennesimo lupo solitario e la rete del terrore mondiale, per poi accorgersi che non di questo si è trattato bensì dell’ennesimo caso di delirio individuale, contro il quale ben poco c’è da fare se non lasciare all’umana pietà la decisione di buonsenso di far calare il silenzio, l’Isis, quello vero, rivendica.

Rivendica, tramite la sua agenzia di news Amaq, un attentato, una strage, una carneficina: 80 morti, più di 200 feriti, a migliaia di chilometri di distanza da un’Europa in piena crisi esistenziale. 

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