Il Primo Ministro italiano Giuseppe Conte parla con il Ministro dell'Economia Roberto Gualtieri nella sede del Parlamento a Roma, 2 novembre 2020. REUTERS/Remo Casilli
Grillo ha perso il suo appeal e Berlusconi torna all’opposizione
Il Primo Ministro italiano Giuseppe Conte parla con il Ministro dell’Economia Roberto Gualtieri nella sede del Parlamento a Roma, 2 novembre 2020. REUTERS/Remo Casilli
Il prossimo 9 dicembre, Giuseppe Conte presenterà in Parlamento il testo della riforma del Meccanismo Europeo di Stabilità, approvato lunedì scorso dai Ministri delle Finanze europei.
L’intesa prevede che il Mes diventi dal 2022 il paracadute del Fondo di risoluzione bancaria. “Questo accordo mostra la determinazione dei Ministri delle Finanze della zona euro nel rafforzare l’unione monetaria. Un passo avanti fondamentale per il futuro dell’unione bancaria”, ha dichiarato il Presidente dell’Eurogruppo Paschal Donohoe.
Il premier italiano dovrà ottenere il via libera sulla riforma in Parlamento per avere mandato pieno in vista del Consiglio europeo del 10 e 11 dicembre.
“Guido un Governo europeista, saremo protagonisti della riforma del Mes e del Recovery Fund assieme a Berlino e Parigi”, ha ribadito il premier, che si è detto fiducioso dell’esito del voto in Parlamento. Nonostante l’ottimismo di Conte, la tensione nella compagine di Governo è altissima.
La lettera dei 17 senatori e 52 deputati pentastellati che hanno chiesto che non si dia il via libera alla riforma del Fondo salva-Stati e la presa di posizione contraria di Beppe Grillo hanno agitato non poco le acque nella maggioranza, anche se la convinzione di tutti è che alla fine i numeri ci saranno.
A rischio sono soprattutto quelli al Senato, dove eventuali defezioni potrebbero mettere in seria difficoltà il Governo.
“Sono assolutamente fiducioso che ci sarà un voto positivo. Sarebbe incomprensibile che l’Italia esercitasse un veto mentre si sta battendo contro veti di altri Paesi sul Recovery Plan”, ha dichiarato il Ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri.
Compatto il centrodestra sul veto alla riforma, anche se tra gli azzurri potrebbero esserci delle defezioni. “Voteremo no convintamente alla riforma del Mes, ma non perché siamo antieuropeisti. Siamo invece per il sì al Mes sanitario”, ha dichiarato il vice Presidente di Forza Italia Antonio Tajani, ribadendo che Silvio Berlusconi non ha cambiato linea politica su questo tema.
È evidente che, al di là delle dichiarazioni, le posizioni politiche in campo rivelano queste riflessioni:
siamo alla fine della parabola politica di Beppe Grillo. Un suo intervento, fino a due anni fa, sarebbe stato considerato “sacro”. Oggi, non passerà, perché il Movimento è cresciuto ed è divenuto più istituzionale;
il premier Conte ha ormai assorbito totalmente la sua funzione di Presidente del Consiglio e prova dunque a trascinare la sua debole coalizione verso una decisione impeccabile e irrinunciabile, non solo per il nostro Paese, ma anche per la sua reputazione;
la sbandierata opposizione responsabile di Forza Italia si inceppa di fronte al primo ostacolo: ora che Berlusconi ha capito che le sue possibilità di diventare Presidente della Repubblica sono svanite, torna a un’opposizione irresponsabile, cercando di approfittare delle fibrillazioni nella maggioranza, sperando in un inciampo del Governo, che però non ci sarà. Aspettiamo e vediamo…
Grillo ha perso il suo appeal e Berlusconi torna all’opposizione
Il Primo Ministro italiano Giuseppe Conte parla con il Ministro dell’Economia Roberto Gualtieri nella sede del Parlamento a Roma, 2 novembre 2020. REUTERS/Remo Casilli
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