Missili come würstel a Dnipropetrovsk
Attraversato il parco Shevchenko, dove i capannelli che si formano attorno agli anziani giocatori di scacchi mi riportano alla memoria le pagine iniziali de L'Angelo del Caucasodi Andrei Kurkov, raggiungo la Cattedrale della Trasfigurazione. A destare la mia curiosità, qualche minuto più tardi, le batterie di missili puntati proprio in direzione delle guglie della basilica. Sono in tanti, in prevalenza turisti russi, quelli che, con malcelato orgoglio per una grandeur sovietica ormai svanita, si fermano a fotografarli. A dimostrazione che la Pivdenmash, “fabbrica che sfornava missili come würstel” (per citare Nikita Krusciov), continua a esercitare un fascino profondo sui nostalgici dell’Urss.
Attraversato il parco Shevchenko, dove i capannelli che si formano attorno agli anziani giocatori di scacchi mi riportano alla memoria le pagine iniziali de L’Angelo del Caucasodi Andrei Kurkov, raggiungo la Cattedrale della Trasfigurazione. A destare la mia curiosità, qualche minuto più tardi, le batterie di missili puntati proprio in direzione delle guglie della basilica. Sono in tanti, in prevalenza turisti russi, quelli che, con malcelato orgoglio per una grandeur sovietica ormai svanita, si fermano a fotografarli. A dimostrazione che la Pivdenmash, “fabbrica che sfornava missili come würstel” (per citare Nikita Krusciov), continua a esercitare un fascino profondo sui nostalgici dell’Urss.
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