Il Paese guidato dalla Presidente Maia Sandu crocevia del futuro rapporto con la Russia. La lunga strada per l’ingresso nell’Ue di Moldavia e Ucraina, i nodi economici e quelli geopolitici
Le tensioni politiche in Moldavia degli ultimi mesi hanno acceso i riflettori su un Paese di crescente importanza negli equilibri diplomatici tra Unione Europea e Russia, con il Governo di Chisinau che ha dovuto fare i conti con l’insoddisfazione popolare rispetto alla crisi economica, ma anche con le pressioni moscovite dirette ad intaccare la stabilità interna della nazione. Domani nella capitale si svolgerà il secondo summit della comunità politica europea, forum ideato dal Presidente francese Emmanuel Macron nel 2022, che ospiterà 50 tra capi di Stato e di Governo. All’ordine del giorno le discussioni sul futuro dell’Unione Europea e sull’apertura dei negoziati proprio con Moldavia e Ucraina.
Il momento storico è evidentemente delicato, con l’invasione russa nel Paese est europeo che ha sconvolto le logiche diplomatiche spingendo, come contraltare, alla velocizzazione dell’iter per l’allargamento della comunità dei 27 a Kiev. Fatto politico, difficilmente realizzabile nel breve e medio periodo dati i valori generali dell’Ucraina, lontana economicamente dagli standard europei. Come ricorda il Sole 24 Ore, che cita la Commissione Europea, nel 2021 il prodotto interno lordo pro capite dell’Ucraina era inferiore di quasi il 30% alla media europea. Inoltre, nell’economia locale il peso dell’agricoltura rimane elevato, pari al 12% del valore aggiunto, rispetto a una media comunitaria dell’1,3%. Le 3.500 aziende pubbliche del Paese danno lavoro al 18% degli occupati.
Una fotografia che spiega in maniera lapalissiana le evidenti difficoltà che avrebbe l’Unione Europea nel gestire l‘ingresso di un’economia fragile, tutta da ricostruire e da uniformare alle altre del Vecchio Continente, già pesantemente colpito dagli impatti alla catena di approvvigionamento, dall’alta inflazione, dal ritrovarsi nel fuoco incrociato tra Stati Uniti e Cina e, per ultimo, con una guerra al confine. Panoramica allargabile anche alla Moldavia che, per quanto non viva le medesime condizioni dell’Ucraina, sta affrontando un periodo di pesante pressione interna ed esterna. La volontà di avvicinamento a Bruxelles, infatti, ha infastidito Mosca, che già nel 2021 triplicò i prezzi delle forniture di gas, creando problemi di carattere politico direttamente alla Presidente pro Europa Maia Sandu.
Senza dimenticare la questione della Transnistria, faccenda da tenere in considerazione quando si parla di Moldavia. In un’intervista per Bloomberg, Sandu sostiene che l’ingresso nell’Ue beneficerebbe proprio il dialogo con la gente della regione, dove sono presenti le forze russe. “Prima aumenteremo gli standard di vita, prima avremo la possibilità di riunificarci: è questo il nostro obiettivo”. Ma la Presidente lamenta l’instabilità causata da Mosca. “Ecco perché l’integrazione europea è cosi importante per noi, la Russia tenta in tutti i modi di destabilizzarci e distruggere gli sforzi nel costruire istituzioni forti e un adeguato processo democratico”, aggiunge.
I riferimenti di Maia Sandu sono molteplici: dalle proteste portate avanti dai supporter di Ilan Shor, leader filo russo in esilio per questioni giudiziarie a capo del Shor Party, alla disinformazione russa sui presunti piani militari dell’Ucraina per invadere la Transnistria, progetti di espansione di Kiev smentiti direttamente dai servizi segreti moldavi. Diversamente, il Governo di Chisinau, insieme a quello ucraino, ha messo in luce un piano russo per un colpo di Stato in Moldavia. Una realtà estremamente complessa per Ucraina e Moldavia, che fanno i conti col proprio passato guardando al futuro, tra le difficoltà della gestione di un presente mai tanto complicato come in questo periodo storico.
Il momento storico è evidentemente delicato, con l’invasione russa nel Paese est europeo che ha sconvolto le logiche diplomatiche spingendo, come contraltare, alla velocizzazione dell’iter per l’allargamento della comunità dei 27 a Kiev. Fatto politico, difficilmente realizzabile nel breve e medio periodo dati i valori generali dell’Ucraina, lontana economicamente dagli standard europei. Come ricorda il Sole 24 Ore, che cita la Commissione Europea, nel 2021 il prodotto interno lordo pro capite dell’Ucraina era inferiore di quasi il 30% alla media europea. Inoltre, nell’economia locale il peso dell’agricoltura rimane elevato, pari al 12% del valore aggiunto, rispetto a una media comunitaria dell’1,3%. Le 3.500 aziende pubbliche del Paese danno lavoro al 18% degli occupati.