Dopo l’allarme lanciato dalla Presidente di Chisinau su un possibile colpo di stato ordinato da Mosca, il Ministero degli Esteri russo denuncia manovre militari di Kiev nella Transnistria e minaccia di reagire in caso di attacco
Nonostante le smentite dei servizi d’intelligence della Moldavia e le dichiarazioni della stessa Presidente Maia Sandu, la Russia ribadisce le preoccupazioni relative ad un presunto piano dell’Ucraina per invadere la Transnistria, la regione secessionista riconosciuta unicamente da Abkazia, Artsakh e Ossezia del Sud nella quale sono presenti tra i 1500 e i 1700 soldati della Federazione. Chisinau rischia un coinvolgimento diretto nel conflitto ucraino a causa delle pressioni internazionali, con il Governo attuale interessato ad avvicinarsi sempre più all’Unione Europea.
Aspetto non gradito a Mosca, che negli anni scorsi ha sfruttato la mossa del gas, aumentandone il prezzo di vendita, con l’obiettivo di mettere in difficoltà il Governo Sandu rispetto al suo elettorato. Nonostante le pressioni, la crisi economica e la guerra in Ucraina, la Presidente mantiene dritta la barra europeista, e mette in luce il piano russo — scoperto dall’intelligence ucraina e confermato dai colleghi moldavi — per un colpo di Stato che avrebbe incaricato alla guida del Paese forze vicine alla Federazione. Ora è la Russia ad accusare Kiev di un progetto per invadere la Transnistria, una preoccupazione ribadita dal Portavoce del Cremlino Dmitry Peskov.
“È motivo di grande preoccupazione quanto sta avvenendo in Transnistria, monitoriamo la situazione da vicino, ma sappiamo che i nostri opponenti del regime di Kiev, così come le nazioni europee, sono capaci di vari tipi di provocazione”, ha detto Peskov. Parole che fanno da eco a quanto già comunicato dal Ministero degli Esteri moscovita: “Qualunque azione che rischia di minacciare la sicurezza dei nostri peacekeepers sarà considerata, nel rispetto delle leggi internazionali, come un attacco alla Federazione Russa”.
Tentativi di destabilizzazione per un Paese nel quale la presenza russa si fa sentire anche attraverso politica e media, col caso di Ilan Shor eloquente dell’influenza di Mosca. Il businessman, in esilio in Israele, con un suo partito politico che detiene 7 seggi in parlamento, ha foraggiato le manifestazioni di piazza organizzate nel corso degli ultimi mesi, risultate efficaci nel riuscire a colpire direttamente il Governo Sandu. La sua Prima Ministra, Natalia Gavrilita, si è dimessa, sostituita da Dorin Recean, politico d’esperienza con posizioni europeiste. “Il nuovo Governo avrà tre obiettivi: ordine e disciplina, una nuova vita per l’economia, pace e stabilità. Continueremo — ha aggiunto Recean — nell’implementazione del corso strategico della Moldavia e l’integrazione nell’Ue”.
Un compito non facile, che ha visto il suo predecessore rinunciare all’incarico proprio per il contesto complicato che la nazione sta vivendo indirettamente dall’invasione della Russia in Ucraina, che si lega alle nuove incertezze, tra progetti di colpi di Stato e accuse rispedite al mittente da Kiev sulla presunta volontà d’attacco in Transnistria. Il Presidente della regione, Vadim Krasnoselsky, ha spiegato che la situazione è tesa ma invita gli abitanti a mantenere la calma. “Sarete informati immediatamente se dovessero esserci pericoli”, ha assicurato Krasnoselsky
Dopo l’allarme lanciato dalla Presidente di Chisinau su un possibile colpo di stato ordinato da Mosca, il Ministero degli Esteri russo denuncia manovre militari di Kiev nella Transnistria e minaccia di reagire in caso di attacco