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Quel muro tra Siria e Turchia


Per i siriani intenzionati a fuggire dall’impasse di violenza del loro Paese resta solo l’opzione dei trafficanti. Tutte le nazioni vicine hanno infatti sigillato i confini, tagliando di netto le vie di fuga usate negli anni scorsi da milioni di profughi. Ad oggi almeno centomila persone restano intrappolate nella loro stessa terra, a ridosso del solo confine turco, in attesa di trovare un varco verso la salvezza.

Un muro lungo il confine tra la Turchia e la Siria, nella provincia di Kilis in Turchia, 29 agosto 2016. REUTERS / Umit Bektas

Per i siriani intenzionati a fuggire dall’impasse di violenza del loro Paese resta solo l’opzione dei trafficanti. Tutte le nazioni vicine hanno infatti sigillato i confini, tagliando di netto le vie di fuga usate negli anni scorsi da milioni di profughi. Ad oggi almeno centomila persone restano intrappolate nella loro stessa terra, a ridosso del solo confine turco, in attesa di trovare un varco verso la salvezza.

Ciò accade malgrado Ankara si ostini a dichiarare che i passaggi per i rifugiati siriani restino aperti. Di fatto però il confine turco è ormai invalicabile, e la situazione è destinata a peggiorare con la costruzione di un muro in cemento lungo 900 chilometri. Lo scopo dell’opera, da realizzarsi entro febbraio 2017, è fermare il traffico di esseri umani alimentato da reti criminali sempre più specializzate, ma anche rendere meno permeabile un territorio di rilevante importanza strategica per la Turchia. Qui infatti operano i combattenti curdo-siriani del YPG (Unità di protezione popolare) legati ai turchi del PKK (Partito dei lavoratori del Kurdistan). Da tempo Ankara sostiene la necessità di istituire un’area cuscinetto in territorio siriano, a ridosso del confine, dove raccogliere sotto protezione (dell’esercito turco stanziato appositamente in Siria) centinaia di migliaia di profughi all’interno di campi dedicati. Non da ultimo, il muro ideato dal governo Erdoğan intende rendere meno vulnerabile la linea di confine sui territori siriani controllati dallo Stato islamico. I primi 200 chilometri dell’opera iniziata nel 2014 sono stati completati, ma secondo le anticipazioni di un anonimo ufficiale turco intervistato da Reuters, a breve partirà il completamento della recinzione. 

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