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La disastrosa via alla democrazia nel Myanmar della pulizia etnica


I Rohingya scappati in Bangladesh ora sono 600 mila. E la guerra civile si è intensificata. Ormai è chiaro che la situazione dopo la celebrata svolta democratica è peggiorata. Perché il potere è ancora nelle mani dell’esercito. Che ha trovato nella Lady Suu Kyi un utile parafulmine

Le lacrime di una rifugiata Rohingya fuggita con la famiglia dal Myanmar. Cox's Bazar, Bangladesh. REUTERS / Damir Sagolj

I Rohingya scappati in Bangladesh ora sono 600 mila. E la guerra civile si è intensificata. Ormai è chiaro che la situazione dopo la celebrata svolta democratica è peggiorata. Perché il potere è ancora nelle mani dell’esercito. Che ha trovato nella Lady Suu Kyi un utile parafulmine

A due anni dalle storiche elezioni del 2015 il Myanmar sembra aver innestato la retromarcia. Le violenze fra la comunità buddista dei Rakhine e la minoranza musulmana dei Rohingya nella parte occidentale del Paese hanno costretto quasi 600 mila persone a fuggire nel vicino Bangladesh. L’Unione Europea sta tagliando i pochi ponti che erano stati costruiti con le forze armate birmane, mentre la guerra civile, che vede una dozzina di gruppi ribelli schierarsi contro l’esercito, non accenna a rallentare.

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