La notte del 7 gennaio 1985 una intensa nevicata si abbatte su Nantes. Il mattino seguente il traffico cittadino è paralizzato: migliaia di automobili non riescono a circolare; il trasporto pubblico è bloccato.

Decine di migliaia di nantesi non sanno come raggiungere il posto di lavoro.
Il caso però vuole che proprio quel giorno si inauguri la prima linea della nuovissima rete tranviaria. Dopo ventisette anni di inattività, Nantes è la prima città francese a reintrodurre il tram. Ed è un esordio felice: quel 7 gennaio è l’unico mezzo che riesce a sfidare la neve.
Trent’anni dopo, anche grazie a questo fortunato episodio, che ha incentivato la municipalità a fare scelte coraggiose in termini di politiche urbane, Nantes è una città ecosostenibile all’avanguardia in Francia e in Europa, tanto che il suo modello è stato premiato dalla Commissione europea con l’European Green Capital Award 2013.
Il processo di modernizzazione dello spazio urbano comincia all’inizio degli anni duemila per volontà dell’amministrazione guidata dall’ex primo ministro Jean-Marc Ayrault. Nel decennio precedente la popolazione è aumentata come in nessun’altra città francese (dai 245mila abitanti del 1990 si è passati ai 270mila del 1999) e il rischio di una crescita rapida e disordinata dell’abitato è molto serio. D’altra parte, le previsioni dell’INSEE sono preoccupanti: nel 2030 la metropoli conterà 100mila residenti in più. Lo scenario che si profila è quello di un centro congestionato dal traffico automobilistico e divorato dal cemento.
La municipalità sceglie quindi la strada della densificazione, cioè un piano di sviluppo basato sulla riqualificazione e sulla riconversione di aree esistenti. Il passato industriale della città mette a disposizione ampie zone con strutture inutilizzate non lontane dal centro storico. Una di queste è l’Isola di Nantes, il vecchio quartiere operaio prossimo ai cantieri navali, che con i suoi 337 ettari è destinato ad diventare un ecoquartiere realizzato secondo moderni criteri di compattezza urbana, di accessibilità ai servizi e di preservazione ambientale. Gli obiettivi degli interventi urbanistici sono essenzialmente due: frenare il consumo di suolo e ridurre gli spostamenti automobilistici, favorendo così la mobilità nel centro e limitando le emissioni di CO2.
Più di uno spostamento su quattro all’interno della città è legato a questioni lavorative. Così, a partire dal 2003, l’amministrazione comunale compie grandi investimenti nel trasporto pubblico, con una particolare attenzione agli 85mila lavoratori dipendenti. Si stabilisce infatti che il 50% del prezzo del titolo di viaggio sia preso in carico dai datori di lavoro, che ricevono per questo aiuti finanziari da Nantes Métropole, l’ente intercomunale che comprende 24 comuni situati nell’agglomerazione nantese. I risultati dànno ragione al piano di mobilità e al Plan Climat, il progetto territoriale di sviluppo sostenibile: il 15% degli spostamenti nell’area metropolitana sono oggi compiuti con mezzi pubblici e si prevede una riduzione del 20% delle emissioni di CO2 entro il 2020.
I piani di mobilità fanno parte di una più ampia visione del futuro urbano e sono associati a importanti politiche abitative e ambientali. Ad esempio, nei progetti dei moderni ecoquartieri sono inclusi circa 5mila nuovi alloggi all’anno, così da far fronte alla consistente crescita demografica. E di questi alloggi la metà sono “abitazioni sociali” destinate alle fasce di reddito meno elevate. Nantes è inoltre una città decisamente verde: 100 tra parchi, piazze e giardini pubblici; 37mq di superficie media di spazio verde per abitante (dieci volte maggiore rispetto a Parigi); 400km di piste ciclabili; il 60% del territorio consacrato all’agricoltura periurbana e a spazi naturali.
Molta strada è stata fatta da quel 7 gennaio 1985. Ora la rete tranviaria è composta da tre linee per un totale di 43km e 82 stazioni. Per il 2020 è prevista l’apertura di una nuova linea, che collegherà la zona di Chantenay con il futuro polo d’affari Euronantes e passerà anche per il quartiere dell’Isola. Insomma, lo sviluppo di Nantes non sembra poter prescindere dai suoi tram, così come non sembra poter prescindere da una strategia urbana attenta alla pianificazione spaziale e ai criteri di sostenibilità ambientale.
La notte del 7 gennaio 1985 una intensa nevicata si abbatte su Nantes. Il mattino seguente il traffico cittadino è paralizzato: migliaia di automobili non riescono a circolare; il trasporto pubblico è bloccato.