Il collettivo informatico Ukrainian cyber forces ha caricato in rete e reso disponibili a tutti 1,7 gigabyte di documenti sottratti al ministero dell’Interno russo. Tra le migliaia di pagine, in gran parte ancora inesplorate, si annidano una serie di indizi sulla presenza di militari russi in Ucraina. Ma anche preziose informazioni sulla massa di ucraini rifugiati in Russia. Vediamone alcuni.

Evgenij Dokunin è un hacker. Pochi giorni fa Evgenij è riuscito a entrare nei computer dell’Mvd, il ministero dell’Interno russo, a forzare diversi account e a trafugare una montagna di documenti. Qualcosa come 1,7 gigabyte di rapporti, decreti, note e comunicazioni tra gli uffici centrali dell’Mvd e le sedi periferiche della regione di Rostov sul Don, a pochi chilometri dal confine con l’Ucraina. Evgenij ha messo a disposizione di tutti i documenti su un server di Google.
Tra le migliaia di pagine, in gran parte ancora non esaminate a fondo, emergono indizi della presenza di militari russi in territorio ucraino. Chiariamolo, non sono prove, non c’è la pistola fumante, e la genuinità dei documenti è tutt’altro che certa. Sono indizi.
Coincidenze
Il rapporto del 26 agosto 2014 del tenente colonello I. I. Trofimenko, riferisce dell’evacuazione di tre militari russi dal territorio ucraino il giorno precedente, a bordo di un elicottero Mi-8. “Durante l’esercizio delle loro funzioni, M.V. Polstyankin, O.Ju. Volgin, Ju.A. Alekseev e A.A. Gerasimenko, in servizio presso l’Unità 51182 di Millerovo, sono stati feriti durante gli scontri con le forze della Guardia Nazionale ucraina, 10 chilometri a ovest di Prognoy”, si legge nel rapporto. Il villaggio russo di Prognoy si trova a meno di cinque chilometri dalla frontiera con l’Ucraina, da che si deduce che a 10 chilometri a ovest ci si trovi già abbondantemente in territorio ucraino, in direzione di Shchastya. Proprio in quei giorni, in quella zona, si sono verificati scontri violenti tra le truppe ucraine e i separatisti. In un rapporto dello stesso giorno, l’amministrazione della Polizia di frontiera ucraina, ha riportato scontri al confine proprio nella stessa zona. “Il nemico ha subito perdite significative”, si legge nel rapporto ucraino. “Caduti e feriti sono stati evacuati in territorio russo sotto copertura di blindati ed elicotteri”. I due rapporti coincidono.
La tragedia nei numeri
Nelle pieghe di altri documenti si nascondono interessanti aspetti. Come nel caso del decreto n. 1352 dell’11 settembre, che dà disposizioni sull’utilizzo delle squadre speciali Omon di Rostov sul Don per “impedire il trasporto dall’Ucraina di armi da fuoco, munizioni, ordigni ed esplosivi”. Per far questo si dispone, tra le altre cose, che le forze speciali siano dotate di razioni alimentari con un’autonomia di tre giorni. Sono molto interessanti anche i rapporti sull’accoglienza dei rifugiati dall’Ucraina. Come il rapporto del 28 settembre 2014 in cui si legge che “alla data di oggi, l’ufficio immigrazione ha registrato nella regione di Rostov sul Don 60.622 cittadini ucraini, di cui 14.986 bambini”. Sono numeri non assoluti, ma che danno l’idea della tragedia del Donbass. I profughi sono accolti in sistemazioni temporanee vicino alla frontiera, prima di essere alloggiati in diverse località della Russia.
Vero o falso?
I documenti sono autentici? All’esame dei metadata, i file controllati mostrano dati coerenti con i contenuti. Le date di creazione e di ultima modifica coincidono con le date riportate nei documenti stessi, così come i nomi dei creatori a volte con quelli degli ufficiali dell’Mvd. C’è da dire che, essendo stati diffusi da un collettivo di hacker, ci si potrebbe aspettare di tutto. Anche che i metadata siano stati sofisticati.
Possiamo fare un’altra prova, allora. Prendiamo per esempio la relazione del colonnello Khabakhov datata 3 ottobre 2014. Se autentico, è un altro indizio della presenza russa in Ucraina. Si riferisce che nel pronto soccorso di Novoshakhtinska, in Russia al confine con l’Ucraina, sono stati ricoverati tre feriti, tra cui “Belyakov Vasily, nato il 13/04/1984, cittadino russo residente a Dzerzhinsk, regione di Nizhny-Novgorod, (milizia Donbass) con ferite da schegge, durante il bombardamento di Donetsk, Ucraina, del 21 settembre 2014”. Facendo una ricerca su Vkontakte, il social network russo, si trova un Vasily Belyakov di Nizhny-Novgorod, nato nella stessa data, il cui profilo non è più aggiornato da agosto. Un altro indizio.
I documenti sono lì, disponibili per tutti, per chi conosce il russo e ha un sacco di tempo per scartabellarli.
@daniloeliatweet
Il collettivo informatico Ukrainian cyber forces ha caricato in rete e reso disponibili a tutti 1,7 gigabyte di documenti sottratti al ministero dell’Interno russo. Tra le migliaia di pagine, in gran parte ancora inesplorate, si annidano una serie di indizi sulla presenza di militari russi in Ucraina. Ma anche preziose informazioni sulla massa di ucraini rifugiati in Russia. Vediamone alcuni.