La vittoria delle liste di Centrodestra non regala molte ragioni di festeggiare a Conservatori e partiti liberali minori: il Parlamento uscito dal voto il 9 settembre mantiene un equilibrio che consentirà ad Erna Solberg e a Knut Harild Hareide di governare il paese solo se procederanno uniti in una alleanza che dovrebbe includere dai populisti ai liberali e dai conservatori ai cristianodemocratici, unità del tutto assente mercoledì 25 settembre, quando i partiti moderati si sono incontrati con i Conservatori (Høyre) .
Alla riunione hanno partecipato – oltre a Solberg, futura premier (Conservatori) – Trine Skei Grande (Venstre, Liberali) e Knut Arild Hareide (Kristelig Folkeparti, Cristiano democratici), mentre il Partito del Progresso (Fremskrittspartiet) si è riunito per stabilire la linea da tenere nelle trattative imminenti. Hareide sa bene che i maggiori esponenti del suo partito sono orientati a rifiutare un’alleanza che includa il Fremskrittspartiet. I Liberali sono più ottimisti in merito ad un accordo, ma non ripongono molta fiducia nei populisti.
I Conservatori devono evitare di lasciare da parte le due forze moderate, perché se il governo includerà – oltre allo stesso Høyre – solo il Partito del Progresso, allora quest’ultimo chiederà subito un significativo aumento della spesa in infrastrutture, mentre i conservatori non possono intaccare sostanzialmente i proventi del fondo sovrano norvegese (creato con i proventi del petrolio per assicurare un welfare efficiente alle future generazioni) e nemmeno possono spostarsi troppo a destra, perché in tal caso allontanerebbero in maniera duratura gli altri partiti moderati e liberali.
Le sfumature più discusse del Partito del Progresso sono state calcate a tinte forti dai mezzi di comunicazione in molti paesi europei, per l’analogia (tracciata da molti giornali) con l’ondata, in anni recenti, di iniziative euroscettiche, ma i temi principali per il Fremskrittspartiet sono legati per lo più a tasse e privatizzazioni: anche esperti di politica come il docente universitario Frank Aarebrot (Laburisti) hanno chiarito che l’ FrP non è comparabile a fenomeni come il fronte nazionale francese.
Ma gli ostacoli più grossi sulla strada di una alleanza di governo sono altrove: i Conservatori hanno affermato che nuove trivellazioni petrolifere non sono un tabù, toccando un nervo scoperto riguardo agli arcipelaghi di Lofoten, Vesterålen e Senja, nell’estremo nord del paese, dove isole vicine alla costa renderebbero complicati interventi in caso di imprevisti come ad esempio perdite di petrolio, in un ecosistema essenziale per molte specie di animali marini e di volatili ed in una zona rilevante nel settore della pesca e significativa per il grande valore turistico di luoghi stupendi. Liberali e Cristianodemocratici hanno sempre tenuto ferma la loro posizione ambientalista, anche nelle coalizioni centriste o conservatrici di cui hanno fatto parte, situazione che spesso ha determinato un ritorno anticipato dei laburisti al timone del governo.
La vittoria delle liste di Centrodestra non regala molte ragioni di festeggiare a Conservatori e partiti liberali minori: il Parlamento uscito dal voto il 9 settembre mantiene un equilibrio che consentirà ad Erna Solberg e a Knut Harild Hareide di governare il paese solo se procederanno uniti in una alleanza che dovrebbe includere dai populisti ai liberali e dai conservatori ai cristianodemocratici, unità del tutto assente mercoledì 25 settembre, quando i partiti moderati si sono incontrati con i Conservatori (Høyre) .