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Norvegia e petrolio: quando l’oro nero non mantiene più le promesse


Il prezzo del petrolio resta basso. Le grandi economie emergenti come quella brasiliana e cinese non tirano più come prima. Le conseguenze si fanno sentire fino all’estremo nord, quel nord che per anni è sembrato più forte di tutti i malanni e le incognite dell’economia globale. La Norvegia rallenta, infatti: il petrolio che l’ha resa ricca e solida per decenni ha smesso di pompare denaro come faceva un tempo.

Il prezzo del petrolio resta basso. Le grandi economie emergenti come quella brasiliana e cinese non tirano più come prima. Le conseguenze si fanno sentire fino all’estremo nord, quel nord che per anni è sembrato più forte di tutti i malanni e le incognite dell’economia globale. La Norvegia rallenta, infatti: il petrolio che l’ha resa ricca e solida per decenni ha smesso di pompare denaro come faceva un tempo.

La Norvegia è il più grande esportatore europeo di energia. Nel 2015 ha prodotto 3,92 milioni di barili di petrolio e gas al giorno, leggermente più di quanto fatto nel 2014 ma lontano dai livelli di un decennio fa. Il settore energetico contribuisce a circa la metà dell’export del paese e a un quinto del Prodotto interno lordo. La ricchezza nascosta sotto le acque del Mare del Nord ha permesso alla nazione scandinava di uscirein fretta dalla crisi economica degli ultimi anni e di navigare tranquilla mentre intorno pochi altri se la passavano bene.

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