Domenica è arrivata a New Delhi la delegazione parlamentare italiana a sostegno dei fucilieri Latorre e Girone, evento che sta ricevendo grande eco mediatica. Un po’ di osservazioni nel merito della vicenda.

La delegazione è stata formata in fretta e furia una settimana fa, quando all’acme dello spauracchio pena di morte per i marò alcuni partiti politici avevano deciso fosse il momento opportuno per intensificare le pressioni politiche sul governo.
Questi giorni hanno visto in particolare la manifestazione di solidarietà dell’onorevole La Russa (Fratelli d’Italia), che ha pensato bene di presentarsi ai festeggiamenti istituzionali per la Festa della Repubblica indiana, a Milano, urlando “vergogna” anche – non solo, ma anche – ai rappresentanti dell’imprenditoria e delle istituzioni italiane presenti al ricevimento.
Per districarsi tra le inside del calderone mediatico, occorre notare la differenza delle posizioni dei ministri – sia italiani che indiani – da quella dei parlamentari. Mentre i primi, da entrambe le parti, stanno tentando di mantenere un profilo quanto più basso per non complicare ulteriormente il lavoro diplomatico che si immagina fittissimo in queste ore, l’arco parlamentare italiano sta premendo l’acceleratore per una serie di motivi.
Quello più nobile, allargare la vicenda ad un altro livello istituzionale, dimostrando il coinvolgimento anche del parlamento nella vicenda cercando sponde politiche nelle ambasciate europee in India. Sono previsti infatti incontri con ambasciatori di paesi Ue e nei prossimi giorni sarà molto interessante leggere il tono degli scambi in una questione che, evidentemente, fuori dai confini italiani è motivo di grande imbarazzo e ha sollevato solo dichiarazioni salomoniche ed equidistanti.
Quello più opportunista, metterci la faccia. Gli account Twitter di alcuni membri della delegazione (Gasparri e Orellana su tutti) mostrano foto sorridenti tra Latorre e Girone in alta uniforme, ottimi biglietti da visita per delle elezioni italiane che, prima o poi, arriveranno.
Per quel poco che filtra da Delhi, pare che i delegati – Pier Ferdinando Casini, presidente commissione Esteri, Nicola Latorre, presidente commissione Difesa, i senatori Maurizio Gasparri (Forza Italia), Marcello Gualdani (Nuovo centrodestra), Riccardo Nencini (Partito socialista), Luis Alberto Orellana (M5s) e Antonio Fabio Maria Scarone (Gal); dalla Camera: Fabrizio Cicchitto, presidente commissione Esteri, Elio Vito, presidente della commissione Difesa, i deputati Andrea Causin (Scelta civica), Edmondo Cirielli (Fratelli d’Italia), Daniele Del Grosso (M5s), Donatella Duranti (Sel), Gianluca Pini (Lega Nord), Domenico Rossi (Popolari per l’Italia) e Gian Piero Scanu (Pd) – non abbiano previsto nessun incontro con membri del governo o del parlamento indiano, segno che le redini della diplomazia sono saldamente in mano al governo di Roma, come è giusto che sia.
Ci sarà però un colloquio con gli avvocati della difesa e la speranza, qui, è che la delegazione, dopo aver testimoniato la vicinanza del popolo italiano ai due fucilieri, possa darci nuovi elementi per provare a ricomporre il puzzle di questo caso.
Domenica è arrivata a New Delhi la delegazione parlamentare italiana a sostegno dei fucilieri Latorre e Girone, evento che sta ricevendo grande eco mediatica. Un po’ di osservazioni nel merito della vicenda.