15 gennaio 2018 – Le notizie della settimana in Italia
Campagna elettorale: costruire, non abolire!
Gli ultimi sondaggi registrano un’avanzata del centro-destra, a scapito di un centro-sinistra che stenta a prendere forma, mentre i 5 Stelle tengono la posizione. È uno scenario estremamente fluido, da monitorare settimanalmente, a mano a mano che saranno definiti e annunciati programmi e candidati, suscettibili di spostare le percentuali di voto in modo significativo. Tra le parole magiche (ma non vincenti) di questi primi giorni di campagna, c’è il verbo “abolire”. La sensazione è però che gli elettori pretendano maggiore lungimiranza, per progettare un futuro possibile e competitivo, fatto di lavoro, competenze, infrastrutture moderne e regole agili.
Tocchiamo a titolo di esempio due temi che – tra gli altri – ci paiono strategici:
a) Molti dissertano di ondate di disoccupati in arrivo, a causa delle innovazioni tecnologiche. I robot sostituiscono gli uomini, così come le macchine svolgevano lavori ripetitivi al posto di forza lavoro umana, nel XIX secolo. Ma la rivoluzione digitale crea e distrugge occupazione allo stesso tempo e risulta difficile prevedere quale sarà il saldo netto. Le dieci professioni oggi più richieste dal mercato non esistevano fino a 10 anni fa e il 65% dei bambini che ha iniziato le scuole elementari nel 2016 affronterà un lavoro di cui oggi non conosciamo le caratteristiche. È però certo che, nella grande riallocazione internazionale del lavoro, l’occupazione crescerà nei Paesi che hanno investito sulle competenze digitali e si ridurrà in quelli che non le hanno acquisite in maniera adeguata ad affrontare la trasformazione del tessuto produttivo. In Italia, siamo a metà del guado: il 29% della forza lavoro possiede elevate competenze digitali, contro una media Ue del 37%.
b) Il prossimo governo dovrebbe concentrarsi sulla ratifica della accordo con il Canada: gli accordi di libero scambio, infatti, restano lo strumento principale attraverso il quale favorire l’accesso delle Pmi – spina dorsale del nostro sistema produttivo -ai mercati esteri, garantendone quindi allo stesso tempo crescita e diversificazione del rischio.
Ci farebbe piacere ascoltare dai candidati alle elezioni del 4 marzo una parola su questi temi centrali. Monitoriamo la campagna e commenteremo…
Anche Roma vuole diventare ‘smart’
Acea entra in partnership con Open Fiber per cablare Roma con una fibra ottica velocissima. I lavori – durata prevista 5 anni – partono da Roma sud la prossima primavera.
Roma entra di diritto nel futuro mettendo in cantiere la realizzazione di una rete di comunicazione a banda ultra larga capace di coprire un milione 200mila unità immobiliari entro i prossimi cinque anni. Il progetto rientra nell’accordo firmato questa settimana da Acea e Open Fiber per lo sviluppo della Capitale.
Grazie a un investimento complessivo di 375 milioni di euro (350 milioni coperti da Open Fiber e 25 milioni da Acea), il progetto punta a migliorare il sistema delle telecomunicazioni e dei servizi all’utenza entro il 2023. I cantieri partiranno in primavera e procederanno gradualmente da Roma sud (dalla Laurentina all’Eur) al centro storico (dove saranno sfruttate le reti esistenti di Acea, senza dar avvio a nuovi scavi) e infine al resto della città. Il piano – anche grazie alla tecnologia “Fiber to the home” – consentirà ai cittadini di sfruttare una velocità di connessione di un gigabit al secondo garantendo una qualità di connessione non raggiungibile dalle attuali tecnologie in uso.
L’infrastruttura potrà migliorare i servizi dei singoli cittadini (in ambito domestico e privato) ma essere sfruttata anche per organizzare e controllare al meglio i servizi pubblici della città.
La realizzazione della nuovissima rete avrà anche un notevole risvolto occupazionale: nei prossimi 5 anni, saranno impiegate nei cantieri mille persone, con punte di 1.500 durante la fase iniziale.