3 settembre 2018 – Le notizie della settimana in Italia
In Italia, avvicinandosi il tempo della legge di bilancio, seguiamo tutti con ansia le performance del Ministro Tria, stretto tra Scilla e Cariddi come non mai un Ministro dell’Economia…
La scuola italiana al capolinea…
Il nuovo anno scolastico sta per cominciare e purtroppo trova le scuole impreparate a gestire l’educazione dei futuri cittadini italiani, studenti di tutte le età. Da una parte, ci sono i Ministri – di breve durata statisticamente – che vogliono però sempre subito lasciare un segno manomettendo, sistematicamente, le regole ideate dai loro predecessori. Visto il tempo limitato che tutti hanno a disposizione e il ritmo accelerato dell’avvicendamento dei governi, c’è da chiedersi come queste nuove ‘idee’ vengano maturate, o sono solo il sintomo del primitivo bisogno di ‘marcare il territorio’? Tra un ministro e l’altro, trionfano i disservizi verso gli studenti e prospera la burocrazia auto-preservativa.
Uno degli aspetti più laboriosi è il reclutamento dei docenti, le famose risorse umane, controparte diretta degli studenti. A causa delle scatenate regole/revoche/riforme/retromarce…succede che regolarmente, ogni anno, i professori salgono sulle loro cattedre molto oltre l’inizio dell’anno accademico, e su molte cattedre, mai (il numero delle cattedre vuote nel 2017, solo al nord, è stato di 22.087: matematica, italiano, lingue e sostegno). Tra pochi giorni di nuovo si scatenerà il caos puntuale delle nomine in ritardo, il cambio delle regole sulle supplenze (da segnalare l’impossibilità di fatto per i giovani laureati di conquistare una cattedra, anche come supplenti, età media dei prof. 51,2 anni), le autocertificazioni vaccinali, presidi che hanno la reggenza ad interim imprecisato delle varie cattedre (se ne prevedono oltre 1700). Ha già lasciato un suo segno il nuovo Ministro Marco Bussetti, che ha annunciato un cambio delle regole della prossima maturità, per segnare un attacco al concetto dell’alternanza scuola-lavoro, introdotta dal Ministro Letizia Moratti nel 2003.
La scuola è lo specchio della società?
Il mese di agosto è stato funestato da grandi ferite, di tragica drammaticità anche simbolica. Una sequenza di catastrofi socio-politiche: crolli delle infrastrutture pubbliche, equipaggi e naufraghi bloccati e respinti in mare … si sono dimostrati ottimi spunti per far risuonare le varie campane politiche, ognuna con il proprio megafono mediatico, nell’affannosa ricerca di strappare qualche consenso in più.
Ma se scuola e Università segnano inesorabilmente il segno meno tra gli iscritti in molte e una volta prestigiose istituzioni, è venuto il momento di preoccuparci.
Le fatiche di Tria tra euroscetticismo e deficit
Ambisce alla ‘crescita felice’ il Ministro dell’Economia Giovanni Tria, molto impegnato a rassicurare i mercati che stanno dando segnali di sfiducia nei confronti dell’Italia, e molto impegnato anche a rassicurare Bruxelles che non ci sono nel governo italiano delle spinte che puntano ad allontanare l’Italia dall’euro, ‘nonostante la fama che circonda alcune persone’, dice il Ministro Tria riferendosi chiaramente al Ministro agli Affari Europei Paolo Savona. E spiega anche che ‘bisogna separare le posizioni euroscettiche sul piano accademico e tenere conto del fatto che la linea ufficiale del governo italiano non mette in alcun modo in discussione la nostra permanenza nell’euro’.
Le ‘posizioni euroscettiche sul piano accademico’, a cui fa riferimento il Ministro sono in effetti state espresse da esponenti euroscettici del governo di cui lui stesso fa parte: dal Presidente della Commissione Finanze del Senato, Alberto Bagnai, da Claudio Borghi, che guida la Commissione Bilancio della Camera, oltre al famoso ‘Piano B’ evocato dal Ministro agli Affari Europei, e infine alle dichiarazioni dei due Vice Premier, Matteo Salvini e Luigi Di Maio, con la minaccia di non versare la quota italiana alla Ue. A queste vanno aggiunte le posizioni anti-europeiste condivise dal Vice Premier Matteo Salvini e dal Premier dell’Ungheria Viktor Orban in un incontro a due (irrituale un incontro tra Premier e Vice: perché?) a Milano, qualche giorno fa. Ce n’è abbastanza per preoccupare i partner europei, al di là del lavorio che il Ministro Tria ha svolto nelle settimane di agosto per rassicurare la Commissione europea.
Un appuntamento importante e delicato è la presentazione della legge di bilancio italiana e la rassicurazione che le misure previste dal contratto di governo saranno compatibili con i vincoli di finanza pubblica e con la riduzione del deficit strutturale dello 0,3% del Pil, promessa per il 2018.
La crescita prevista nel 2018 dell’1,5% è invece stimata dell’1,2% e nel 2019 dell’1,1%. Questo rallentamento – che accomuna i grandi paesi europei – porterebbe il deficit tendenziale italiano del 2019 all’1,2%, dice il Ministro Tria, con un parallelo rallentamento del percorso di riduzione del debito previsto. Ma ‘quello che conta è il percorso di riduzione, che non viene messo in discussione’, dichiara Tria, che è convinto che, per rassicurare i mercati, non va rimandata l’attuazione del programma di governo, perché i rinvii aumentano l’incertezza. La strada del ‘non peggioramento’ del deficit strutturale di Tria richiama il ‘sentiero stretto’ sul quale era avviato anche il suo predecessore Pier Carlo Padoan.
Buona fortuna, Ministro!
@GiuScognamiglio