2 luglio 2018 – Le notizie della settimana dal mondo
L’Europa si sta incartando e la timida leadership Merkel non tiene più…
Petrolio: Mosca e Riyad isolano Teheran
Aumenta la produzione petrolifera mondiale. Il vertice Opec numero 174, caratterizzato da forti divisioni fra i Paesi produttori, rafforza l’intesa tra Russia e Arabia Saudita.
Al termine di un lungo braccio di ferro, il vertice di Vienna della scorsa settimana, ha sancito l’aumento della produzione petrolifera globale con un incremento pari a 1milione di barili al giorno. L’incontro puntava a dare una risposta all’appello per calmierare il prezzo del greggio, voluto soprattutto da Stati Uniti, Cina e India. Il successo dell’operazione era tutt’altro che scontato, soprattutto data la ferma opposizione iniziale dell’Iran che esce sconfitto dal summit viennese. Bijan Namdar Zanganeh, ministro del Petrolio iraniano, torna a casa senza aver ottenuto una condanna ufficiale delle sanzioni Usa e piegandosi a un meccanismo che consegnerà le sue quote di mercato ad altri Paesi Opec. Proprio come voleva la Casa Bianca, le forniture di greggio iraniane potrebbero essere sostituite con petrolio saudita o russo. Mentre gli americani dichiarano di voler azzerare le esportazioni di idrocarburi iraniani già prima dell’entrata in vigore delle sanzioni a novembre: alcuni clienti europei e asiatici stanno già rifiutando il greggio di Teheran, per paura delle sanzioni extraterritoriali minacciate dagli Usa. Intanto, nello scacchiere energetico mondiale, l’inedito asse Mosca -Riyad si rafforza. I due Paesi hanno realizzato negli ultimi anni una governance congiunta ed efficace del mercato petrolifero che potrebbe alterare gli attuali equilibri dello scenario geopolitico mediorientale.
UNIONE EUROPEA – Horst Seehofer, prova lo strappo
Il ministro dell’interno tedesco aveva dato due settimane di tempo a Angela Merkel per ottenere dall’Europa misure che potessero convincerlo a ritornare sui suoi passi. La Cancelliera era tornata dal vertice europeo con una quasi vittoria incassando due accordi bilaterali con Spagna e Grecia, che si sono impegnate a riprendersi i migranti già registrati nei loro paesi. Mancava l’accordo con l’Italia che, per come si è messo il vertice, era un’impresa ardua.
Il tema è quello dei movimenti secondari dei migranti, una questione che in questi mesi che ha visto fronteggiarsi aspramente i due alleati storici CDU e CSU. A ottobre ci saranno le elezioni nel Land e la CSU vuole prendere voti a destra, dopo la batosta di settembre, dove il partito bavarese ha perso oltre 10 punti percentuali a vantaggio dell’Adf, la compagine xenofoba che, come in altri Paesi europei, costringe i partiti conservatori a ricollocarsi.
Abbastanza concilianti erano apparse le parole del capogruppo Alexander Dobrindt , che aveva commentato positivamente i risultati del Consiglio. Ieri sera la svolta. Seehofer avrebbe descritto come insoddisfacenti le proposte della Cancelliera, minacciando di andarsene. La partita non è ancora conclusa. Nell’Europa che cerca un’identità comune, affidandosi a quei valori condivisi che l’hanno resa forte, le spinte delle paure nazionali finiscono per tenere in apnea l’intero continente. E la tradizionale leadership timida di Angela Merkel mostra la corda…
@GiuScognamiglio