22 gennaio 2018 – – Le notizie della settimana dal mondo
Grande fatica a formare governi dopo le elezioni…
Repubblica Ceca ancora senza primo ministro
Questa settimana, il governo di minoranza del nuovo primo ministro della Repubblica Ceca, Andrej Babis (del movimento Ano), non ha ottenuto la fiducia dal Parlamento (117 contrari su 195). Alle elezioni dello scorso ottobre, Babis aveva vinto con la proposta di Ano – “Cittadini scontenti” – un nuovo partito di carattere populista che prometteva di combattere la corruzione dell’establishment politico.
Avendo ottenuto il 30% dei voti e non potendo quindi costituire un esecutivo in solitaria, questi era stato incaricato di formare un governo di coalizione. I colloqui con altri gli partiti erano però risultati da subito molto complicati, in quanto il controverso (e ricchissimo) neo Pm è indagato per evasione fiscale ed è sotto la lente di attenzione della stampa.
Ora si aprirà una nuova fase di consultazioni, durante la quale Babis proverà a formare una coalizione di governo che possa avere la maggioranza in Parlamento. Teoricamente, il premier sarebbe costretto a dimettersi, ma il capo dello Stato, Milos Zeman (partito socialdemocratico), ha promesso a Babis un secondo incarico, a condizione di disporre della lista di 101 deputati disposti a votare la fiducia. Anche qualora non riuscisse nel suo intento, comunque, resterà al potere fino al varo del nuovo esecutivo, anche perché bisogna considerare che le trattative potrebbero durare settimane, addirittura mesi.
Romania: terzo premier in sette mesi, finalmente una donna
Nel frattempo la Romania, a sette mesi dalle dimissioni dell’ex primo ministro Sorin Grindeanu (partito socialdemocratico), ha visto la storia ripetersi: la stessa sorte di Grindeanu, infatti, è toccata al suo successore, Mihai Tudose (partito socialdemocratico) – che continuerà a detenere la carica di vice primo ministro – il quale ha rinunciato al suo incarico a causa di una di quelle lotte interne al potere e scandali di corruzione che non sono certo una novità per la politica rumena: il casus belli, questa volta, sarebbe stato uno scontro con Liviu Dragnea, leader dell’Spd e vero potere nel partito.
Subito dopo le dimissioni di Tudose, il presidente romeno Klaus Iohannis (partito indipendente) ha nominato primo ministro ad interim Mihai Fifor (partito socialdemocratico), già ministro della difesa. Con le consultazioni di mercoledì 18 gennaio, comunque, Iohannis ha dato a Viorica Dancila (partito socialdemocratico) – già europarlamentare – l’incarico di formare il nuovo governo. La Dancila è la prima donna nella storia del Paese a diventare primo ministro.
UNIONE EUROPEA – Più efficienza energetica
Questa settimana, il parlamento Ue ha approvato a Strasburgo nuovi e più ambiziosi obiettivi per l’efficienza energetica e per lo sviluppo delle fonti rinnovabili. Sul primo punto, gli eurodeputati hanno chiesto di arrivare al 35% di risparmio energetico da qui al 2030, mentre sul terreno dell’energia verde si è passati dal 27% al 35% di produzione da rinnovabili. Per raggiungere gli obiettivi del 35% di efficienza ed il 35% di rinnovabili, i governi sono invitati a fissare le necessarie misure nazionali, che saranno monitorate secondo le nuove regole sulla governance dell’Unione dell’energia, di cui tratta il terzo documento approvato questa settimana all’interno del pacchetto energia pulita.