3 aprile 2018 – Le notizie della settimana dal mondo
Nella settimana pasquale, risaltano l’incontro a sorpresa tra i leader nordcoreano e cinese e la ripresa di un ruolo più costruttivo della Ue nei confronti della Turchia.
Vertice a sorpresa tra Kim Jong-un e Xi Jinping.
Questa settimana a Pechino, il leader cinese Xi Jinping ha ricevuto una (forse) inaspettata visita del dittatore nordcoreano Kim Jong-un. Si tratta della prima trasferta all’estero per il famigerato Kim, almeno da quando è salito al potere nel 2011, e ciò rappresenta un’importante svolta politica e diplomatica in vista dei prossimi vertici: quello atteso e confermato tra il leader nordcoreano e il presidente sudcoreano Moon Jae-in (a fine aprile); quello – ipotizzato a fine maggio e ancora da confermare – tra Kim e il presidente americano Donald Trump.
Le conseguenze di un tale dinamismo sono sostanzialmente tre:
1) si rafforza il potere negoziale del leader di Pyongyang: considerato che il bilaterale di Pechino potrebbe, di fatto, portare a un miglioramento dei rapporti con la Cina, è logico pensare che Xi Jinping possa allentare le sanzioni commerciali in corso. Per Kim Jong-un questo significherebbe una maggiore forza persuasiva nel promuovere minori pressioni da parte dell’intera comunità internazionale. Va sottolineato che, nonostante non ci siano state dichiarazioni ufficiali da parte del leader nordcoreano né sulla presunta denuclearizzazione, né su un possibile vertice con Trump, la stampa cinese ha riferito che esistono concrete intenzioni distensive.
2) Si riafferma la potente centralità cinese: ultimamente si è letto spesso di nuove aperture della Corea del Nord nei confronti di USA e Corea del Sud e questo faceva presupporre un passaggio in secondo piano della Cina. Ciò non sembra essere vero e l’incontro a Pechino ristabilisce, senza dubbi, il ruolo fondamentale di Xi, non soltanto rispetto alla crisi nordcoreana, ma anche nei confronti di Washington, che si trova in un momento piuttosto delicato, a seguito delle perplessità suscitate in tutto il mondo dalla nuova politica dei dazi.
3) Si allontana l’ipotesi di una guerra nucleare: la visita di Kim in Cina sembra legittimare la possibilità di un periodo più disteso. Con l’intervento di Xi (che ha sostanzialmente avallato le dichiarazioni del dittatore per cui pace e denuclearizzazione dipenderebbero da USA e Corea del Sud) risulta sempre più lontana la possibilità di un’improvvisa rottura negoziale.
Unione Europea – Bruxelles incontra Ankara
Questa settimana a Varna, in Bulgaria, il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, insieme al capo della Commissione europea Jean-Claude Juncker, hanno incontrato il presidente turco Recep Tayyip Erdogan e il Primo Ministro bulgaro, Boyko Borissov, per discutere: dell’ingresso della Turchia in Ue, dei problemi legati ai flussi migratori e ai profughi siriani, della lotta al terrorismo.
1) Ingresso della Turchia in Ue: il comunicato riferisce che la Turchia si è impegnata a sviluppare e ad attuare gli standard di un regime democratico, gestendo in maniera efficace ma nel rispetto del diritto le minacce alla propria sicurezza, dopo il fallito colpo di Stato del 15 luglio 2016. I leader dell’Ue confermano le loro perplessità di fronte ai metodi utilizzati dalle autorità turche, che non hanno sempre rispettato le libertà fondamentali dei cittadini e la legge. A tale proposito, Ankara viene esortata a collaborare con l’Ue, che si è detta pronta ad assisterla. “La Turchia e l’Unione europea sono partner strategici di lungo periodo”, afferma Erdogan, “l’Europa, che rivendica di essere un potere globale, ha commesso un grave errore spingendo la Turchia fuori dal processo di allargamento”.
2) Migrazioni: il documento riporta che Ue e Turchia rimangono partner molto stretti. In particolare, Bruxelles ha apprezzato tutte le mosse fatte da Ankara, ringraziandola per aver accolto 3 milioni di rifugiati siriani nel corso degli ultimi anni. L’Ue riconferma altresì il proprio supporto, promettendo di assistere le autorità turche anche in futuro. Occorre ricordare che il 18 marzo 2016, la Turchia e l’UE hanno firmato un patto per bloccare i flussi migratori diretti in Europa, con l’obiettivo di limitare il traffico di esseri umani e favorire l’immigrazione legale, per diminuire la mortalità nella tratta del Mar Egeo durante le traversate.
3) Lotta al terrorismo: si legge che l’Ue vuole approfondire la collaborazione con la Turchia, soprattutto per contrastare il fenomeno dei foreign fighter. Tusk e Juncker hanno nello stesso tempo espresso le proprie perplessità in merito alla situazione ad Afrin, in Siria, dove i Curdi, nemici di Ankara, detengono il controllo del territorio.
Forse, il processo di avvicinamento di Ankara all’Europa, che aveva raggiunto il punto più basso negli ultimi due anni, è ripreso…
@GiuScognamiglio