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Oltre i titoli, la guerra


Crescita economica e libertà di parola, ma nelle province del nord la guerra civile è ripresa con una violenza mai vista dagli anni Ottanta.

“Il processo democratico in Myanmar è reale […] sappiamo che il cambiamento è difficile e non segue sempre una linea retta, ma sono ottimista.” Lo disse Barack Obama nel 2014, e non fu una dichiarazione clamorosa: l’ottimismo sulle prospettive del Myanmar si è diffuso a macchia d’olio a partire dal 2011, quando l’ex giunta militare si è ritirata a favore di un governo civile – almeno nel nome, dato che in buona parte è composto da ex esponenti delle forze armate.

Molto è cambiato: Aung San Suu Kyi, l’eroina democratica del Paese, è stata rilasciata dagli arresti domiciliari e migliaia di prigionieri politici sono stati scarcerati. La rimozione delle sanzioni internazionali ha favorito una straordinaria crescita economica che ha toccato l’8,5% del Pil nell’anno fiscale 2014.

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